Omelia (05-07-2009) |
padre Mimmo Castiglione |
Skandalon! Di stucco! Tanti plausi? Allora è parola comoda! Che non suscita verifica e confronto. Non sollecita prurito di cuore ma di mani! E dunque?! Continua la manifestazione progressiva del Signore. Durante il cammino: ostilità, incomprensione e rifiuto. Ma il Messia, l’Unto, l’Inviato, continua ad essere fedele al progetto del Padre e solidale con il bisogno dei poveri. Dopo essere stato al lago, Gesù è a Nazareth con i suoi discepoli. È ormai vanto del luogo, della sua patria! Ma senza stima: àtimos! L’evangelista Marco non nomina neanche la cittadina dove è cresciuto il Signore. Dallo stupore per i suoi insegnamenti ed i prodigi: programma battesimale, non si giunge alla fede ma all’incredulità, l’accoglienza è fredda. Non è accettato. Scettici i suoi compaesani si scandalizzano. Il motivo? Ne conoscono le (umili) origini e la professione (operaio, manovale!). Mentre il Messia sarebbe apparso in modo spettacolare e nessuno ne avrebbe conosciuto la genesi. Scandalo dell’Incarnazione! Gesù è talmente immerso nella condizione umana da non essere riconosciuto divino. La sua vicinanza al cuore dell’uomo diventa ostacolo nel credere alla sua vera origine. Niente di nuovo sotto il cielo! Anzi?! Altre aspettative! Un capo rivoltoso che avrebbe lottato contro i romani, sì! Ma nulla di più. Con questi pregiudizi non si può certo prometterGli obbedienza. Rifiuto dunque, al momento! In attesa della proclamazione di Cesarea! Di sabato, alla sinagoga, il Maestro di Galilea annuncia ai suoi concittadini (che conosce bene!), senza timore e senza rispetto umano, la parola del Regno, che accolta o non accolta dev’essere comunque proclamata. Non s’arrende, prosegue! La sua opera è liberazione che porta salvezza ai sofferenti, agli oppressi, ai morti! La fede causa i miracoli e non viceversa! Ed è subito scandalo! S’ inciampa sulla pietra (skandalon) dell’invidia. Ed è crisi. Non s’accoglie l’invito alla conversione non riconoscendo l’opera di Dio. Si disprezza l’inviato rifiutando il messaggero. È figlio di Maria (unica volta citata nel Vangelo Marciano)! E il padre? Cattiverie. Freddezza. Preconcetti. Ironia! Non è nobile. Non ha carriera. Niente titoli. Radici modeste. Gesù è deluso e sconcertato, amareggiato. Proprio nel suo paese la sua mano è bloccata, senza la fede la sua parola è inefficace. Sarà annunciata altrove! Si ripete anche per lui l’esperienza dei profeti. In patria, nel suo paese, Gesù non incontra certo la fiducia dell’Emorroissa e di Giairo, che abbiamo conosciuto nella buona e bella notizia di domenica scorsa. Nessun miracolo! Gesù è stupito della loro incredulità! Ci rimane come di stucco! Ma quanta grazia per quei pochi che hanno avuto fiducia. Chissà quali sentimenti nel cuore dei discepoli. Umiliazione e rabbia? Quali le risonanze dei suoi parenti? Disagio e mortificazione? S’anticipa così, con questo scarto, il rigetto finale: il ripudio da parte di quanti pretenderanno difendere la nobiltà di Dio, usurpata dalla carenza di prestigio sociale e dalla mancanza di titoli accademici del figlio di ... e fratello di ..., di ceto scarso e di padre inesistente! I dotti e colti teologi, i dirigenti, credendo di difendere il prestigio di Dio, in realtà salvaguardano se stessi, i loro interessi, temono di perdere i loro privilegi. È l’inizio della tresca che porterà alla condanna del Rabbì di Galilea. Bisogna comunque annunciare e non arrendersi mai, anche se nessuno ascolterà! È necessario seminare sempre, anche in terreni incolti. A Dio il compito di spargere grazia. Ad altri quello di raccoglierne i frutti. Il futuro del profeta? Il destino dell’annunciatore? Solitudine e disprezzo. Incomprensione, diffidenza, scetticismo. Contro di lui: rifiuto ed ostilità. Perseguitato e martire, testimone e vittima. L’unica certezza l’assistenza di Dio, il suo sostegno, la sua compagnia. Nessuna sicurezza, niente ricchezze, gratificazioni assenti. Solo povertà! Se consapevole, nessuna delusione! Solo l’impegno nel continuare ad essere presente. PREGHIERA Pietà Signore, per tutte le volte che mi sono rivoltato contro di te. Pietà della mia testardaggine e del mio cuore indurito. Pietà di me ribelle. Rifiuto la debolezza, non sopporto le infermità. Mi lamento degli oltraggi, nelle necessità impreco. Maledico nelle persecuzioni, nelle angosce mi scoraggio. Pietà Maestro, della mia delusione quando l’uditorio è scarso, mentre è della tua parola che dovrei preoccuparmi veramente, perché non manchi mai nella mia vita. |