Omelia (25-12-1998)
mons. Antonio Riboldi
Nostalgia di pace? Nostalgia di amore

Buon Natale, carissimi amici. Oggi mi sento ancora più vicino a ciascuno di voi per condividere gioia e speranza, o tristezze e angosce. Il Natale di Gesù, questo mistero dell'amore di un Padre che pur di darci mano e vita per farci uscire dalla palude in cui siamo caduti, ha voluto essere con noi. Un mistero che supera la nostra povertà umana che fa fatica a entrare nelle grandi verità... ancora più se si tratta di quelle di Dio.
Ma una cosa è vera: tutti, ricchi o poveri, sani o malati, abbiamo una grande sete, quella di amare ed essere amati. Abbiamo la sensazione che siano a volte vere le parole di un poeta: "Ci incontriamo senza conoscerci: stiamo insieme senza amarci; moriamo senza rimpiangerci". Ed allora almeno lo stare tutti insieme a Natale in famiglia, esprime questo desiderio di amore.
Certamente è anche per questo che tanti di noi si organizzano in gare di solidarietà perché almeno a Natale tutti, ma proprio tutti, abbiano un pezzo di pane ed un letto su cui dormire. E fanno veramente onore al nostro essere uomini e ancora di più discepoli di Cristo, questo 'spezzare il pane con chi non lo ha'. Anche se sappiamo se arriveremo a spezzarlo con tutti i poveri del nostro paese; ma mai come a Natale riesce insopportabile la miseria di troppi, l'incertezza di tanti disoccupati o senza tetto.
E diventa ancora più acuta la nostalgia di giustizia, di amore, di solidarietà. Come volessimo togliere tutte le piaghe del mondo. Ed è il sentimento di Dio quando per attuare tutto questo prese alloggio nel seno di Maria SS.ma e nacque nella povera mangiatoia della grotta di Betlemme: povero tra poveri per costruire un mondo di giustizia e di pace.
"Gloria a Dio nell'Alto dei Cieli e pace in terra agli uomini che Dio ama". Quanti gesti, a volte eroici di solidarietà, avvengono in questi giorni di Natale! Queste sono le vere 'luci' non finte, ma che danno vita e ornano il firmamento del mondo, facendoci ancora una volta risentire il canto degli angeli e la presenza del Salvatore.
Abbiamo veramente bisogno non solo di essere buoni, deporre le vesti di egoismo e di superbia, ma di donare la nostra bontà a chi conosce ingiustizia.
Tutto ciò è possibile se abbiamo l'umilta dei pastori che si lasciarono condurre dagli Angeli a Gesù. Di quella grotta abbiamo bisogno, perché là e solo là è la sorgente che può placare la nostra sete di amore e quindi divenire benefattori di gioia a tutti.
E Gesù attende tutti, amici miei: anche voi che forse dite di non riuscire a trovare la strada per 'Betlemme'. Gesù vi attende.
Andiamoci e proveremo quello che dice oggi il profeta Isaia: "Come sono belli sui monti i piedi dei messaggeri di lieti annunzi, che annunziano la pace: messaggeri di bene che annunziano la salvezza. Senti? Le tue sentinelle alzano la voce, insieme gridano di gioia, poiché vedono con i loro occhi il ritorno del Signore" (Is.32,7-10)
Un particolare augurio lo voglio rivolgere a quei cari amici di Internet che oramai mi seguono da molto tempo, con tanta, ma tanta amicizia. Grazie carissimi! Dio vi doni tutto il bene che il vostro cuore desidera.
Prego per voi.
E Buon Natale.