Omelia (12-07-2009) |
don Giovanni Berti |
Poveri di mezzi ma ricchi di Gesù Clicca qui per la vignetta della settimana I vertici della politica mondiale, i capi delle otto nazioni economicamente più potenti della terra, si sono riuniti in questi giorni all’Aquila per parlare e decidere del futuro del pianeta, dall’economia in crisi alla questione ambientale. E’ stato anche deciso di stanziare 20 miliardi di dollari (o euro... comunque tanti soldi) per i paesi più poveri del mondo. L’organizzazione di questo super-incontro mondiale è stata perfetta da ogni punto di vista, sia nell’organizzazione della sicurezza che nei pranzi e cene. E fa sempre un certo effetto vedere i leaders più grandi della terra mettersi in posa per la foto di gruppo mentre scherzano come fossero alla foto finale di un campo estivo parrocchiale. E la domanda che mi pongo alla fine di questo vertice è sempre la stessa che mi faccio alla fine di vertici simili del passano: tutto questo servirà a migliorare il mondo nel quale viviamo? E mi domando ancora: tutte le risorse di dialogo messe in atto serviranno a qualcosa perché i popoli siano più uniti, si superino le divisioni e le povertà? Mi viene un po’ da sorridere se metto mentalmente a confronto la missione dei discepoli raccontata dal vangelo e le immagini del G8 di questi giorni. I Dodici discepoli-amici di Gesù sono inviati con pochissimi mezzi ad annunciare il Regno di Dio. E la loro missione consiste non solo nel parlare e basta, ma nel mettere anche in atto le parole con gesti di concreta attenzione ai poveri e agli ammalati. Ma è proprio nella povertà dei mezzi che sta la caratteristica della missione dei discepoli. La loro forza non sta in quello che hanno materialmente, ma è nella verità profonda del messaggio che portano e che vivono in prima persona. In altre parole, non potrebbero annunciare che Cristo è la vera ricchezza e sicurezza se poi nel concreto sono ricchi di beni e sicuri dei propri mezzi personali. Non potrebbero annunciare la bellezza della fraternità se poi bastano a se stessi e non hanno bisogno di nessuno. Mettere a confronto il G8 con la missione dei Dodici del Vangelo è sicuramente un po’ forzato. Ma credo che sia anche un invito a pensare che le sorti del mondo non sono solo in mano ai più potenti della terra. Certamente loro hanno i loro compiti e responsabilità e per questo dobbiamo pregare. Ma non possiamo dimenticare che a ogni battezzato, anche il più povero e nascosto, può annunciare il Regno di Dio e lo può mettere in atto. Non è questione di ricchezza economica e di potere politico, ma di fede e di voglia di fare qualcosa per l’altro. Michael Jackson nel 1988 ha scritto una bella canzone che in questi giorni ho riascoltato e che contiene un bel messaggio. La canzone è "Man in the mirror" |