Omelia (19-07-2009) |
padre Romeo Ballan |
Una pagina di metodologia missionaria Riflessioni Un capitolo nuovo e importante di metodologia missionaria comincia con le parole di Gesù (Vangelo): «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’» (v. 31). Parole che fanno parte della missione che Gesù affida ai discepoli di allora e di oggi. Anche in questo invito Gesù si rivela maestro saggio e concreto. Aveva mandato i discepoli (vedi il Vangelo di domenica scorsa) a due a due, privi di mezzi materiali, fra gente sconosciuta, per una attività nuova nello stile ed esigente nei contenuti (annuncio del Regno, messaggio delle Beatitudini), con la prospettiva di essere rifiutati... senza contare poi la fatica fisica dei viaggi. Chiunque abbia fatto l’esperienza personale di viaggi missionari capisce questi vari tipi di fatiche, fisiche e apostoliche. Lo stress, a volte fino all’esaurimento, accompagna spesso la vita del missionario. L’invito di Gesù a staccare la spina, a ritirarsi in disparte, è una misura di saggezza e di metodo. Mantenere un ritmo di riposo e di recupero delle forze fisiche e spirituali, prendere distanza dalle attività per un tempo di riflessione e di valutazione, sono meccanismi scontati per ricaricare le batterie. Ma Gesù va oltre nella sua metodologia missionaria: Egli crea uno spazio perché i discepoli raccontino la missione, con quello che hanno fatto e insegnato (v. 30). Raccontare la missione, renderne conto a Gesù e ai compagni di squadra, parlarne assieme, confrontarsi con altri, consolarsi e sostenersi nelle difficoltà, rivedere metodi e strategie, discernere insieme... sono passi di uno stile missionario vincente. Gesù è il primo che vuole essere coinvolto in questo processo di revisione: è Lui che chiede tempo per questo e ci tiene ad essere presente, ascoltare, orientare... Anche oggi, ogni valutazione, perché sia efficace, dovrà farsi sempre, alla luce della Parola di Dio, davanti al Tabernacolo, in seno ad una comunità di fratelli e di sorelle. Questo vale per la missione, come, del resto, per tutte le attività di sviluppo umano integrale, il quale è parte della missione. (*) Gesù mantiene l’invito a ritirarsi "in disparte" (v. 31.32), dato che "non avevano neanche il tempo di mangiare" (v. 31), ma, al tempo stesso, non è inflessibile e dà prova di disponibilità davanti alle emergenze. Non si ritira di fronte a un nuovo assedio della folla, anzi rinuncia alla sua quiete, ha compassione di loro e si mette nuovamente a insegnare molte cose. Gesù prova una commozione profonda per la gente, "perché erano come pecore che non hanno pastore" (v. 34). Le guide politiche e religiose del popolo l’hanno abbandonato a se stesso e cercano altri interessi. Era già avvenuto nel Primo Testamento, come denunciavano i profeti Ezechiele, Geremia e altri (I lettura): "Guai ai pastori... Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate" (v. 1-2). Perciò il Signore si impegna in prima persona: "Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni... Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare" (v. 3-4). Il Pastore Buono è Gesù, che da la vita per le pecore, abbatte i muri di separazione, raduna i figli che erano dispersi, riunisce vicini e lontani in un solo corpo, riconcilia e fa la pace fra tutti, a prezzo del suo sangue, per mezzo della croce ( II lettura). Così Gesù diventa la vera guida del nuovo popolo di Dio, il modello dei pastori e del gregge (1Pt 5,1-2). Questo vale per la Chiesa e per la società. Chiunque ha un compito di guida, a qualunque livello, può imparare da Cristo. A Lui si ispira, emblematicamente, anche la seguente riflessione sul contagio del capo scout: "Ricorda, capo scout, se tu rallenti, essi si arrestano; / se tu cedi, essi indietreggiano; / se tu ti siedi, essi si sdraiano; / se tu dubiti, essi disperano; / se tu critichi, essi demoliscono. / Se tu cammini avanti, essi ti supereranno; / se tu dai la tua mano, essi daranno la loro pelle; / se tu preghi, essi saranno santi". Parola del Papa (*) «Lo sviluppo ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera, cristiani mossi dalla consapevolezza che l'amore pieno di verità, caritas in veritate, da cui procede l'autentico sviluppo, non è da noi prodotto ma ci viene donato. Perciò anche nei momenti più difficili e complessi, oltre a reagire con consapevolezza, dobbiamo soprattutto riferirci al suo amore. Lo sviluppo implica attenzione alla vita spirituale, seria considerazione delle esperienze di fiducia in Dio, di fraternità spirituale in Cristo, di affidamento alla Provvidenza e alla Misericordia divine, di amore e di perdono, di rinuncia a se stessi, di accoglienza del prossimo, di giustizia e di pace». Benedetto XVI Enciclica Caritas in Veritate, 29.6.2009, n. 79 Sui passi dei Missionari - 20/7: S. Apollinare, primo vescovo di Classe-Ravenna (Italia), evangelizzatore della Emilia-Romagna e martire (sec II). - 20/7: S. Frumenzio (+380 ca.), fondatore della Chiesa in Etiopia, primo vescovo di Axum, ordinato da S. Atanasio. - 21/7: S. Lorenzo da Brindisi (1559-1619), cappuccino, percorse molte regioni d’Europa predicando il Vangelo e realizzando missioni di riconciliazione; è dottore della Chiesa. - 21/7: S. Alberico Crescitelli (1863+1900), sacerdote italiano del PIME, missionario in Cina, martire nella rivolta dei ‘boxers’. - 22/7: S. Maria Maddalena: sanata da Gesù, lo seguì fino al Calvario; fu la prima a vederlo Risorto e ad annunciarlo agli Apostoli. - 23/7: S. Brigida di Svezia (1302-1373), madre di famiglia, poi religiosa, mistica e fondatrice, pellegrina in vari santuari; è compatrona d’Europa. - 23/7: B. Basilio Hopko (1904-1976), vescovo ausiliare greco-cattolico di Presov (Slovacchia) e martire; fu incarcerato (1950-1964) e torturato dal regime comunista. - 23/7: B. Margherita Maria López de Maturana (1884-1934), religiosa spagnola, fondatrice dell’istituto delle Mercedarie Missionarie di Bérriz. - 24/7: S. Sarbel (Giuseppe) Makhluf (1828-1898), monaco maronita del Libano, poi eremita dedito alla preghiera e ad austere privazioni. - 24/7: Ricordo di P. Ezechiele Ramin, missionario comboniano, ucciso a 32 anni (+1985) a Cacoal (Rondonia-Brasile), per aver accompagnato un gruppo di contadini che reclamavano le loro terre. - 25/7: S. Giacomo, apostolo, figlio di Zebedeo, fratello di Giovanni; fu il primo martire tra gli apostoli (+43-44); è patrono della Spagna. -25/7: BB. Radolfo Aquaviva e altri 4 compagni gesuiti, martirizzati (+1583) a Salsete (India). |