Omelia (26-07-2009) |
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Si vede proprio che siamo in estate: il Vangelo di questa domenica ci racconta un enorme pic-nic, il più grande di cui abbia mai sentito parlare! Non ci credete? Avete ascoltato il brano tratto dall’evangelista Giovanni, vero? Se ci sono tante persone che mangiano sedute sull’erba, è o non è un pic-nic?! Certo, ora voi giustamente direte: guarda che l’evangelista non parla di un pic-nic, ma di un miracolo grandioso, un miracolo che entusiasma le folle fino al punto che vorrebbero Gesù come re! Avete ragione: sfamare tanta gente, facendo sì che le ceste del cibo non si svuotino mai, è un miracolo da lasciare a bocca aperta. Il Rabbi di Nazareth ha procurato il cibo per una folla enorme, senza bisogno di spendere nulla: c'è stato pane fresco e pesce arrostito per tutti. Più di cinquemila persone presenti si saziano gratis: senza spesa e senza fatica. E ne avanza anche! L'evangelista Giovanni racconta: "Quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda" Non c'è da stupirsi dell'esaltazione della folla: se questo Rabbi è capace di dar da mangiare gratis, senza problemi, lo vogliamo come re! Invece Gesù scappa, si nasconde, per non farsi trovare: non gli interessa questo entusiasmo, il miracolo che ha compiuto non è per ottenere applausi, non è perché tutti gli vogliano bene! È un miracolo che parte da un gesto di generosità compiuto da un ragazzino più o meno della vostra età. Seguiamo allora il Vangelo, per capire meglio cosa è avvenuto quel giorno. Tantissima gente ha seguito il Maestro fuori dalla città, lungo il lago di Tiberiade e poi su una montagna: tanta strada, solo per ascoltarlo. E anche per la speranza di ottenere la guarigione per molti malati. Il tempo è passato e si sta avvicinando l'ora di pranzo: c’è il sole, comincia a far caldo, tutti sono stanchi. Gesù chiede a Filippo, uno degli Apostoli: "Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?" Giustamente Filippo si meraviglia: mi sembra di vederla, la faccia stupita rivolta verso il Maestro, le braccia allargate, le spalle che si stringono: ma dove vuoi che andiamo a far la spesa, qui in mezzo alla campagna?! E se anche fosse possibile, quanto denaro ci vorrebbe per comprare il pane per così tante persone?! Di fronte allo sconforto di Filippo, si fa avanti Andrea, un altro Apostolo piuttosto giovane; è il fratello di Pietro ed è un tipo intraprendente, uno dei primi a seguire Gesù. Accanto a sé ha un ragazzino, con una cesta rotonda ed un piccolo paniere ovale: nella cesta ci sono "cinque pani d'orzo", mentre dal paniere fanno capolino "due pesci". Il ragazzino vuole offrirli al Maestro, vuole dividere con Gesù il suo pasto: è generoso, ma quello che offre non può bastare per così tanta gente! Fa proprio simpatia, vero?, questo ragazzino. Probabilmente è un giovane pescatore che, dalla riva del lago di Tiberiade, ha seguito la folla per ascoltare il Maestro e Signore. Ha i suoi due pesciolini, le cinque pagnottelle, ed è ben felice di metterle a disposizione di Gesù. Ed infatti il Rabbi accoglie con gioia questo dono, questa offerta fatta con semplicità e chiede ai discepoli di far sedere tutti sull'erba. Lentamente si crea un po’ di silenzio e allora Gesù pronuncia una preghiera di benedizione sui cinque pani e i due pesci che sono lì, davanti a lui, nel paniere e nel cestino. Chiama gli Apostoli e dice di cominciare a distribuire: la mani della gente si allungano verso il cesto e verso il paniere, mentre già qualcuno prepara il fuoco per arrostire il pesce. Tante mani prendono dal paniere, tante mani prendono dal cestino. Ma né il paniere, né il cesto, si svuotano. Il pane e il pesce non finiscono. Ce n’è sempre, ancora e ancora. Per quanto ne chieda la gente, basta sempre. Ce n’è in abbondanza e ne avanza perfino! Un miracolo da lasciare davvero senza fiato. Immaginiamo le grida, le meraviglia di tutti i presenti, ma soprattutto degli Apostoli che sanno bene cosa contenevano il cesto ed il paniere e li vedono rimanere pieni anche se loro continuano a distribuire i pesci e le pagnottine. Un miracolo strepitoso, reso possibile dalla semplice offerta di quel ragazzino... Quando leggo e questa pagina del Vangelo, mi torna sempre in mente il racconto di un missionario, che ho letto in un libro tanti anni fa, quando avevo circa tredici anni. Ve l'ho mai raccontato? Mi pare di no. Dunque, questo missionario si trovava in America Latina, in un piccolo villaggio nella foresta. Con la gente del villaggio avevano l'abitudine di fare "l'omelia partecipata"; in pratica, dopo aver letto il Vangelo, tutti si sedevano e ciascuno poteva dire che cosa lo aveva colpito, che cosa non aveva capito, la frase che gli era piaciuta in modo particolare... Una domenica, dopo aver letto il Vangelo di oggi, con il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, una donna anziana ha chiesto di parlare a ha cominciato il suo discorso: "Io so cosa è successo quel giorno! - ha detto, decisa - So come è stato possibile quel miracolo e so che può accadere ancora!" Dopo una breve pausa ha continuato seria, mentre tutti la guardavano, un po' stupiti: "Avete sentito che il vangelo dice che c'era un ragazzino con cinque pani e due pesci? Quello era il suo pranzo e la sua cena: giustamente, mettendosi a seguire Gesù, anche fuori città, si è portato dietro qualcosa da mangiare nel caso si fosse fatto tardi. Ma non era mica stato il solo a pensarci! Ma vi pare? Vi sembra possibile che tutta quella folla si metteva in cammino senza portarsi dietro nulla?... Sarebbe troppo strano! No, no! io credo che tanti altri avevano del cibo nella bisaccia o sotto il mantello, solo che ognuno se lo teneva per sé, senza dire niente. Quando hanno visto che il ragazzino, con tanta generosità, metteva a disposizione di tutti quel poco che aveva, allora si sono vergognati, si sono accorti del loro egoismo e ognuno ha cominciato a tirare fuori quello che aveva portato con sé, per condividerlo con gli altri. Proprio la condivisione ha permesso di far saziare tutti! Più che un miracolo di panini e pesciolini che non finiscono, è stato il miracolo della generosità che mette fine all'egoismo, al pensare solo a sé stessi!" Finito di parlare, la donna è tornata a sedersi e, nel libro, il missionario raccontava poi le reazioni di tutta la gente del villaggio dopo questa particolare spiegazione; ma non è quello che ora ci interessa. Mi sembra, invece, che ci sia molta sapienza nelle parole di questa donna: senza voler dubitare del miracolo compiuto da Gesù, ci suggerisce che è un miracolo che può ancora accadere. Se pure non abbiamo cesti che non si svuotano mai, abbiamo però sempre la possibilità di condividere. Ogni volta che condividiamo quello che abbiamo, stiamo moltiplicando il bene, stiamo moltiplicando l'amore. È possibile un mondo senza povertà, senza miseria? un mondo in cui nessuno muore di fame? Sì, è possibile, se impariamo a condividere, a rendere partecipi tutti del benessere, della sicurezza, della serenità che abbiamo la fortuna di possedere. Se ci sono i grandissimi miracoli compiuti dalla mano potente di Dio, ci sono anche i piccoli miracoli che possono cominciare da noi. Pensiamoci, durante queste vacanze. Mentre ci godiamo il riposo, la compagnia degli amici, le piccole comodità che rendono tanto piacevole la vita, ricordiamoci di condividere tutto questo anche con chi è meno fortunato di noi. Prendiamo a modello la generosità di quel ragazzino che ha offerto il poco che aveva, i suoi cinque pani d'orzo, i suoi due pesciolini: quel suo semplice gesto ha reso possibile il grande miracolo del Signore Gesù. Anche noi vogliamo essere come lui: capaci di mettere a disposizione il poco che abbiamo, perché con la forza dello Spirito Santo, diventi fonte di gioia per tantissimi, intorno a noi. Buone vacanze! Commento a cura di Daniela De Simeis |