Omelia (25-05-2003) |
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Rimanere nell'amore di Cristo "Dio è amore!". È l'affermazione fondamentale del vangelo. Ma a forza d'essere sentita e ripetuta, forse ha perduto parte della sua forza e ha subito una certa usura. La liturgia ci invita oggi a riscoprire il profondo significato. Dio è amore. Gesù Cristo è venuto tra noi solo per rivelarci questo mistero: esso costituisce l'essenza del suo insegnamento. E questo che pone la religione cristiana al di sopra di tutte le altre, quanto il cielo è più alto della terra. E la prova suprema di questo amore, è il dono che Dio ci ha fatto del suo Figlio: "Dio ha tanto amato il mondo - dice san Giovanni - che, per salvarlo, ha mandato il suo Figlio". Amore gratuito, amore incondizionato. Dio ci ha amati per primo, senza alcun merito da parte nostra. Egli ci ha scelti così come siamo, con le nostre debolezze e i nostri peccati. E nella sua "follia d'amore", egli arriverà a fare di noi i suoi figli. Egli aspetta da noi una risposta di amore. L'amore esige amore. Ora amare Dio significa: - rimanere in lui, secondo l'espressione di Cristo stesso, restare alla sua presenza, essere sempre in ascolto della sua parola; - cercare solo ciò che a lui piace. Colui che veramente ama, non ha altra preoccupazione che di piacere all'amato, di soddisfare ogni suo minimo desiderio, anzi di prevenirlo in ciò che desidera; - riversare sugli altri questo amore di Dio. Dio li ama: possiamo pretendere di amare Dio, se anche noi non amiamo coloro ch'egli ama? se noi ci rifiutiamo di far rifluire sui fratelli l'amore che Dio ha per noi? |