Omelia (09-08-2009) |
padre Mimmo Castiglione |
S’accende la scintilla ed è l’amore! Si fece grande agli occhi della folla. Fuoco invocò. Venne! Bruciando sogni vani e storpi vaneggianti. Solo si seppe adoratore. Onnipotente si gloriò. Colto dal panico ora rimpiange parole stolte. Perseguitato teme la morte. Sotto quell’albero supplica requie e porre così fine all’ansia maledetta. Addormentarsi vuole per sempre. Ora e proprio ora viene svegliato per ristorarsi, e proseguire il viaggio. Ricevere forza dal cibo che gratuito offre il Cielo. E nella brezza gustarsi ciò che non sapeva. Si sentiva forte Elia, l’unico fedele! Eliminati quelli "dell’altra parte", era parso il più bravo, il solo. Poi, è bastato poco, una promessa di persecuzione, per lasciarsi andare, per essere in preda al panico, e desiderare morte. È stanco il profeta, in crisi il vocato. Sconfitto ed esaurito brama sonno! Sembra che attenda la fine, ma in fondo spera d’essere salvato! E Dio si prende cura cocendo per lui il pane, facendolo tornare bimbo come nel grembo, dandogli da mangiare e farlo dormire per recuperare energie. Quando si è in salute e si è nell’agio e nel benessere, e tutto procede secondo i propri desideri, si pensa forse poco, o non abbastanza, e ci si crede eterni ed onnipotenti. Presunzione e arroganza: cattive consigliere, che indispongono, consentendo l’accesso alla superbia! Per la paura d’ogni Gezabele si vuol morire, e addormentarsi sotto il ginepro dello scoraggiamento e del fallimento. Ed è proprio in questo brutto momento che Tu Provvidente, invii pane dal cielo in dono, perché si mangi e recuperando le forze ci si incammini verso il monte dell’incontro: il Sinai, l’Oreb, dove ogni vocazione, tra roveti ardenti, deserti ed oscure grotte, nasce e si rinnova. Ed intanto, percorrendo la strada, cresca il vigore nutrendosi di Te Gesù che sei la Via e l’Amore. Il pane che ci offri è cammino da fare, è strada da percorrere e via da seguire. Prosegue il discorso giovanneo sul Pane Vivente. Si mormora contro Gesù! Così come si mormorò nel deserto. E quando si mormora s’è dubbiosi, sfiduciati. E non si vuole avere confronto. S’è fatto Pane disceso dal cielo! Assurdo! Si lamentano! Gesù non risponde. Comincia invece ad insegnare. Come sempre. La cosa importante da fare. Per aprire ed illuminare la coscienza ed il cuore. Insegna a non mormorare, cioè a non peccare! E quindi aggraziati arrivare poi alla fede! Condizione per credere: chi è attirato dal Padre viene a Lui! Essere attratti? Dono dell’amore di Dio per l’uomo. E ottiene vita eterna chi vi aderisce! Partecipa cioè della vita divina. Se mangia la sua Carne! Esser dunque docili all’ascolto e lasciarsi istruire dal Padre attraverso il Figlio che ne fa esegesi. Ma è cosa impossibile! Lo si conosce ed anche le sue origini. O almeno si crede di conoscerlo da tempo. Incomprensione! E poi come si può mangiare la sua Carne? Discorso duro! Si comprenderà dopo, quando la sua condizione umana sarà immolata in Croce! Mi ascolto. Mormoro, mormoro sempre e per qualunque cosa. Soprattutto quando altri progetti non corrispondono col mio! Chi mormora, insoddisfatto o scettico o invidioso o rivale, non crede. È naturale porsi la domanda sulla tua origine, Gesù che dici d’essere il Pane celeste. É troppo! C’è forse un pane in cielo? Necessaria la fede dunque per superare il dubbio. La porta della fiducia è sempre aperta, dipende da me scegliere d’entrarvi e sedermi a mensa e mangiarTi. La fede nasce quando s’è attirati. Come quando si sprigiona, balena e scocca correndo dappertutto accanto al cuore quella scintilla bella dell’amore! PREGHIERA Pietà di me Signore, pietà della mia poca fede che mi impedisce di lasciarmi guidare dalla tua parola. Pietà per tutte le volte che non ho ospitato la carità nel mio cuore. Pietà per tutte le volte che quando la vita non mi arride, tra difficoltà e disagio, non accetto il fallimento, e per la cattiva figura fatta bramo morire, o turbato a causa del giudizio altrui desidero non esserci, e addormentarmi sotto il ginepro della mia tristezza, arreso per l’astenia, indifferente ad ogni stimolo, sconfitto dal crollo della mia immagine. Pietà di me Gesù, indocile alla tua parola, inconsapevole di quanto mi offri. Pietà di me che vivo nell’asprezza, nello sdegno, nell’ira e nella maldicenza. Pietà per tutte le volte che non ti cerco. Pietà per quando ho rifiutato il dono di mangiarTi per ricevere forza, impedendoti così di farmi continuare il mio cammino! Pietà di me o Dio, che preferisco mangiare altro cibo. O Dio che non abbandoni, rinvigorisci e salva. |