Omelia (08-06-2003) |
Paolo Curtaz |
Vieni, luce dei cuori. Colomba... fiammelle di fuoco... vento... No: decisamente a immaginarci lo Spirito Santo facciamo una gran fatica. Mi spiego: il Padre tanto quanto, è l'Incommensurabile, l'Onnipotente, e allora un simpatico vecchione barbuto ci sta. Il Figlio è facilissimo con la ricchissima descrizione che la storia ci ha consegnato e il suo bel viso brunito contornato da una bella barba rasa ce lo restituisce all'immaginazione. Ma lo Spirito! Vagamente legato alla Pentecoste, lo rispolveriamo in occasione della Cresima (ah! Sacramento difficile da vivere per i nostri ragazzi in piena crisi adolescenziale...), rischia di restare accantonato nelle nostre devozioni come un "qualcosa di più" di un santo. Che tristezza! Così pochi conoscono delle preghiere di invocazione dello Spirito. Lo Spirito è presenza d'amore della Trinità, ultimo dono di Gesù agli apostoli, nominato con rispetto e con titoli straordinari da Gesù: " Vivificatore", "Consolatore", "Ricordatore", invocato con tenerezza e forza dai nostri fratelli cristiani d'oriente. Senza lo Spirito saremmo morti, esanimi, spenti, non credenti, tristi. Esagero? No, è che lo Spirito, così discreto, così impalpabile, indescrivibile, è la chiave di volta della nostra fede, ciò che unisce tutto. L'unico esempio che mi sembra spiegare bene ciò che ho nel cuore è questo: immaginatevi di essere una radio (a voi la scelta tra un sofisticato apparecchio HiFi o una scatolina portatile) e immaginatevi che il Signore Gesù, la fede, la vita di Dio sia una potente stazione radio. Bene: se non siete in sintonia, se non cogliete la giusta frequenza, sentirete solo un fastidioso ronzio. Idem con lo Spirito (che spero mi perdoni per la bestialità di esempio!): se non ci mette in sintonia la fede, ci giunge agli orecchi del cuore solo un fastidioso brusio. Davvero lo Spirito, già ricevuto da ciascuno nel Battesimo, è Colui che ci rende presente qui e ora il Signore Gesù. Siete soli? Avete l'impressione che la vostra vita sia una barca che fa acqua da tutte le parti? Vi sentite incompresi o feriti? Invocate lo Spirito che è Consolatore che con-sola, fa compagnia a chi è solo. Ascoltate la Parola e faticate a credere, a fare il salto definitivo? Invocate lo Spirito che è Vivificatore, rende la vostra fede schietta e vivace come quella dei grandi santi. Fate fatica a iniettare Gesù nelle vene della vostra quotidianità, preferendo tenerlo in uno scaffale bello stirato da tirare fuori di domenica? Invocate lo Spirito che ci ricorda ciò che Gesù ha fatto per noi. Così gli apostoli hanno dovuto essere abitati dallo Spirito, che li ha rivoltati come un calzino, per essere finalmente, definitivamente, annunciatori e, allora, solo allora, hanno iniziato a capire, a ricordare col cuore. Ecco allora che le immagini del fuoco, del vento, sono quanto mai azzeccate, e la pagina degli Atti è straordinaria in questo suo esagerato uso di parole che sottolineano lo stupore, la meraviglia, il cuore che scoppia. Se avete sentito il cuore scoppiare, ascoltando la Parola, state tranquilli: c'era lo Spirito che, finalmente, era riuscito a forzare la serratura del vostro cuore e della vostra incredulità! Non vi capite con chi vi sta intorno, col vostro parroco, col vostro confratello? Invocate lo Spirito che provoca l'antiBabele (ricordate quel bel racconto della gene che non si capiva più?) ricucendo gli strappi del nostro non capirci per suscitare comunioni sotterranee che vanno al di là delle simpatie. Abbiamo bisogno, urgiamo, ci è indispensabile invocare lo Spirito perché ci cambi il cuore, ce lo riempia, dia una sveglia alla nostra fede. Non è tempo perso il tempo dedicato ad invocarlo, a supplicarlo, a fargli vedere che lo aspettiamo. Allora, amici, ancora socchiudiamo gli occhi assieme e con fede, con forza, con passione, sussurriamo ancora una volta: "Vieni". |