Omelia (15-08-2009) |
padre Paul Devreux |
Oggi festa dell'Assunta, proviamo a contemplare Maria. Prima di tutto diciamo che: "la donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle" non è Maria, ma il popolo di Dio, dal quale nascerà il Messia e la Chiesa, perseguitata ai tempi dell'autore dell'Apocalisse, per cui deve fuggire nel deserto creando la diaspora. Il fatto che ha la luna sotto i piedi significa che schiaccia le divinità pagane, mentre le dodici stelle indicano le dodici tribù di Israele. Secondo: ricordiamo che il Nuovo Testamento attribuisce allo Spirito Santo il ruolo materno di difensore, di intercessore e di rifugio. Togliere allo Spirito questi attributi, per metterli sulle spalle di Maria, è una bella devozione, ma non è biblico. Padre e Madre della Chiesa è Dio. Dico questo perché se contempliamo Maria, guardando al fatto che lei è l'Immacolata Concezione e la madre di Dio, guardiamo solo ai suoi privilegi, e questo ce la fa sentire lontana e irragiungibile, diventa un mito. Se invece mettiamo al centro ciò che ha fatto sì che lei sia potuta diventare madre di Gesù, e cioè la sua fede, la sua totale fiducia in Dio, allora Maria si riavvicina a noi e diventa un modello da seguire. Maria, più che madre è sposa; colei con cui Dio fa un’alleanza, come con il suo popolo. Alleanza possibile grazie al Sì di Maria. La maternità è solo una conseguenza direi quasi naturale, come feconda deve essere la vita di chiunque stringe un’alleanza con il Signore. Maria non vuole essere un mito, ma un faro che illumina la strada, un esempio di fede e di fiducia. Maria va associata nel Vecchio Testamento non tanto ad Eva, madre dell'umanità, ma a Mosè, padre della fede, perché ambedue hanno accettato la proposta del Signore che dice: "Esci dalla tua terra e va", credendo alla promessa che sarebbero stati benedetti e sarebbero diventati una benedizione per tutti. La conseguenza per ambedue è la fecondità. Maria viene a portare Gesù nel mondo, e questa è la missione di tutti i cristiani. Per questo oggi la portiamo in processione per le strade del nostro paese, affinché cammini in mezzo a noi e impariamo a camminare sulle sue tracce per arrivare anche noi alla nostra vocazione finale che è quella di essere associati alla sua assunzione in Cielo. |