Omelia (16-08-2009) |
padre Paul Devreux |
Cosa significa mangiare il suo pane e bere il suo sangue? Ai bambini della prima comunione lo spiego cosi: per capire questo linguaggio devo prima domandarmi di cosa mi nutro o meglio ancora chi mi nutre. Per crescere e diventare adulti non basta avere la tavola apparecchiata e mangiare, ci vuole chi mi procura questo mangiare, chi lo prepara e lo mette a tavola, e questo non basta. Mi nutro anche della presenza, degli insegnamenti e degli affetti degli altri. In altre parole, io cresco se gli altri e, principalmente i genitori, mi nutrono con tutto quello che hanno. Allo stesso modo il Signore, dandoci il suo corpo e il suo sangue, manifesta la volontà e la disponibilità a nutrirci con tutto se stesso. Nutrirsi di lui significa accogliere, meditare e mettere in pratica i suoi insegnamenti. Ma non finisce qui; se il nutrimento di Gesù fosse solo intellettuale, non c’era bisogno che sincarnasse, bastava che ci mandasse un bel libro con i suoi insegnamenti. Posso anche dire che è venuto a nutrire la nostra vita dandoci dei buoni esempi di comportamento sociale e di preghiera, ma la sua Passione a cosa mi serve? Ricordiamo che Gesù ha spesso detto che era necessario che ci si sottoponesse. Perché? Nutrirci di Gesù è ciò che ci consente di provare a non mangiarci tra di noi e, di conseguenza, a vivere in pace. Per capire bene questo basta che mi faccia un buon esame di coscienza e che guardi bene in faccia ai miei bisogni. Io vedo che viviamo tutti nutrendoci gli uni degli altri, cercando un equilibrio tra la domanda e l’offerta, che corrisponde alle nostre piccole guerre quotidiane per la sopravvivenza. In questa lotta, l’unico disposto a rimetterci per il bene di tutti è Gesù. Per questo è importante imparare a nutrirci di lui soprattutto quando il nostro bisogno è frustrato o calpestato dal bisogno degli altri. Nutrendoci il Signore fa giustizia alla nostra vita e ci consente cosi di continuare a camminare in un mondo che non è giusto proprio perché non c'è un equilibrio tra la domanda e l'offerta. Preghiamo il Signore affinché possiamo anzitutto vedere questa realtà che chiamo le nostre guerre quotidiane, per poi imparare a nutrirci di lui e così arrivare alla libertà di costruire un mondo migliore. |