Omelia (30-08-2009)
padre Mimmo Castiglione
Mani pulite!

Vivere! Bella parola!
Vivere con saggezza per garantirsi.
Vivere con intelligenza per preservarsi.
Vivere con astuzia per non soccombere.
Vivere godendo della compagnia.
Vivere con dignità nella solitudine.
Vivere anche se si soffre.
Vivere nonostante tutto.
Vivere augurandosi futuro e salute.
Vivere anche se "condannati a morte".
Vivere comunque.

Quante insidie e difficoltà, quanta fatica e preoccupazioni,
quanti scrupoli e quante sciocche ed inutili prescrizioni,
quanto pericoloso fanatismo e quanto gravoso legalismo,
quanta paura e superstizione, impediscono talvolta di vivere!

Eppure, quanto è importante vivere, godendo delle cose.
Quanto è bello Vivere per se stessi, sì,
ma anche in nome di qualcosa: per un ideale o per i valori.
E quanto è importante e bello vivere per qualcuno!
Me ne rendo conto sopratutto quando temo di perdere la vita,
quando m’accade qualcosa di brutto.
Ed allora tutto diventa così relativo!

A volte ci si sente come schiacciati da un peso dal quale vien difficile liberarsi.
Ed anche quante idee sbagliate su Dio e sulla sua volontà!
Il Suo comandamento qual’è?
Forse quello che osservano gli uomini per tradizione o per convenienza?
Basare poi il rapporto col Padre sulla pulizia di mani e stoviglie?! Eppure!

Bisogna ascoltare ed intendere bene!
Necessita lo Spirito per la comprensione.
La vita è un’altra cosa! La Vita è Amore.

Ci vuole una buona e bella coscienza per capire quello che il Dio vuole.
Gesù è la buona e bella notizia che ci rivela quello che il Padre vuole.

Ci si contamina da sé e non a causa delle cose.
Il puro e l’impuro sono lì solo dove esiste un cuore!
S’è puri quando nulla di male inficia la relazione con Dio!
Impuro è tutto quanto inquina la comunione col Padre.
E non lo fa incontrare!
Solo l’ascolto della parola permette di comprendere
ed accogliere il Dono.

Gesù è il Dono e la gente bisognosa accorre.
Tende la sua mano sempre, anche agli ostili. Non teme il rifiuto.

Farisei e scribi venuti dalla capitale controllano se tutto è in regola.
Verificano se il Maestro segue il copione, vagliano la sua dottrina.
Alla fine criticano il comportamento di alcuni dei suoi discepoli.
Anche a loro il Signore tende la mano, e vuole incontrarli,
per far capire che la tradizione, ciò che hanno stabilito gli antichi,
non va incontro fino in fondo al cuore dell’uomo.
L’Inviato riceverà l’ulteriore smacco ed ancora disprezzo.

L’Unto ritorna allora dalla gente: cercate di capire almeno voi!
E spiega, perché ascoltando comprendano, facendo la parola.
Che significa attenzione ai bisogni dell’altro e perdono!

La questione religiosa importante non è come o che cosa mangiare.
Non bisogna far sfociare la propria religiosità nell’ipocrisia, nella falsità,
nel formalismo o nell’intimismo.
Incontrare il Padre non è questione d’igiene,
non bastano neanche riti e funzioni sacre.
Sono necessari gli altri! Autenticità della fede!

A Gesù interessa il cuore dell’uomo per condividerlo
A chi interessa il cuore dell’uomo?
A scribi e farisei non interessava il cuore dell’uomo.
La domanda che pongono al Maestro non è sincera, è accusatoria,
non s’aspettano risposte chiarificatrici, giudicano, sentenziano,
concentrati nel cogliere in fallo gli altri,
reputando errore tutto quanto loro non fanno.
Ma questa non è vera religione!

Gesù non rimprovera loro l’osservanza della legge,
che regola i rapporti tra gli uomini e li fa vivere insieme.
Gesù rimprovera loro il disinteresse per il cuore dell’uomo,
che appesantivano ulteriormente con una serie interminabile di prescrizioni,
per essere in regola con Dio e con gli altri simili. Per esser salvi!
Almeno così credevano! Norme, regole leggi,
che non avevano nulla a che fare con il comandamento di Dio,
con la sua volontà, con la sua parola, con la sua sapienza,
con le quali non si può competere e cambiare a piacimento!

Già! Ma qual è il precetto di Dio? Da sempre è:
Amarlo con tutto il cuore! Ed amare il prossimo come se stessi!
Come dimenticare?!

Si tratta ora di comprendere qual è la volontà di Dio,
che non è malvagità né cattiveria, non è neanche tirannia e non opprime,
e che eliminando privilegi, apre la porta della salvezza a tutti,
ma che tante volte appare per quello che vogliono gli uomini,
che quando non hanno risposte riguardo la realtà, allora s’inventano, addebitando!

Il grande pericolo? L’ipocrisia! Proprio così!
Equivocare, manipolare, strumentalizzare la volontà di Dio,
identificandola con ciò che più conviene, con ciò che si vuole ottenere!

Puro ed impuro
diventa tutto ciò che l’uomo rende tale con il suo comportamento,
conforme o no alla volontà di Bene!

La volontà di Dio è dunque fare il bene al prossimo!
S’accede alla comunione col Padre se ci si separa dal male.
E non lavandosi spesso le mani! Come fece Pilato per garantirsi vita!
Ci si contamina da sé con pensieri e progetti cattivi!
Criterio di giudizio per stabilire il puro e l’impuro?
Non la tradizione degli anziani, ma l’amore di Dio!
Stoltezza è volerlo ignorare!

PREGHIERA

Pietà o Dio per la mia stoltezza:
quando ti addebito cose che non hanno nulla a che vedere con la tua volontà.

Pietà Maestro Gesù per tutte le volte che
con la scusa di osservare (le mie) usanze
e (le mie) tradizioni "religiose",
eludo il tuo comandamento dell’amore,
sottraendomi a ciò che è importante: la condivisione.

Purifica il mio cuore, Signore,
perché possa esserti fedele sempre, compiendo il bene.