Omelia (23-08-2009) |
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Signore da chi andremo? Carissimi lettori, quasi in concomitanza con la fine delle ferie estive, con questa domenica si chiude anche il capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, che ci fatto compagnia per le ultime domeniche. Forse il periodo estivo non è stato molto propizio per riflettere sull'insegnamento Eucaristico che scaturisce dal capitolo 6 di Giovanni, troppe distrazioni e\o meglio il riposo che la S. Messa della domenica. Al contrario è stato propizio per quanti nel silenzio del loro cuore, lontani dal chiasso della massa, sono riusciti a meditare e vivere la parola di Gesù. Comunque, veniamo al tema di questa domenica: rifiuto e accoglienza. Siamo alla fine del capitolo 6 e come un discorso d'investitura di un progetto da realizzare per tutta la vita, anche quella dopo la morte, si sente d'entro la necessità di una risposta. Bisogna decidersi! Per non ripetere le tematiche precedenti, Gesù si è presentato come il pane vivo disceso dal cielo e chi lo mangia vivrà in eterno, avrà parte alla sua vita, dimorerà in Lui, anzi si trasformerà in Lui. Umanamente il discorso di Gesù è molto duro, cioè incomprensibile. Se ci si sofferma all'aspetto razionale umano non si può che rifiutare. Come può l'essere razionale e limitato al tempo, trasformarsi in Eternità, in Dio? Come può la natura umana convivere, nella stessa persona, con la natura di Dio? Di fronte alla manifestazione del divino la ragione umana resta disorientata. Preferisce la rinuncia all'accoglienza. Mangiare di Lui, bere di Lui, com'è possibile? E tutto questo a cosa ci porterà? Come gli israeliti nel deserto, anziché vegliare in attesa del ritorno di Mosè dal Sinai con le tavole della Legge, nonostante avessero visto i segni compiuti da Dio per la loro liberazione, si costruirono il loro Dio fatto d'oro; così molti discepoli, nonostante avessero assistito alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, gustato quel cibo e saziatisi, preferirono allontanarsi dallo stare dietro a Gesù. Mangiare di Lui e bere di Lui significa passare dalla sequela per simpatia e comprensione razionale a quella per adesione incondizionata ad una persona: Gesù Cristo. Allora, il Signore si rivolge a quelli che ha chiamato alla sua sequela e gli rivolge una domanda possiamo dire a brucia pelo: "Volete andarvene anche voi?". A nome del collegio apostolico risponde Pietro e la sua risposta riconosce alla parola di Gesù un valore eterno e alla sua persona un'origine divina. Probabilmente anche Pietro non ha compreso il discorso di Gesù, sarà anche lui rimasto sconcertato al pari degli altri. Però, credo anche questa volta illuminato dallo Spirito Santo, sceglie di abbandonarsi fiducioso alle parole del Maestro. Capisce che bisogna stare con il Maestro e riservare nella sua persona il massimo della fiducia. Infine, facciamo nostra la risposta di Pietro e ripetiamocela sempre, sempre, per abbandonarci nelle mani di Dio e continuiamo a nutrirci del corpo e sangue di Cristo per essere trasformati in Lui e vivere questo nostro pellegrinaggio terreno sicuri di avere un'eternità di amore che ci attende. Commento a cura di don Saverio Viola |