Omelia (23-08-2009) |
Monastero Janua Coeli |
Tu solo hai parole di vita Questo linguaggio è duro. Chi può intenderlo? ... L’uomo nutre delle aspettative dagli altri verso di sé. Desidera parole tenere, parole di amore, di attenzione, di comprensione, di benevolenza, di pace... ma di suo offre agli altri le parole che sente e poco importa se costruiranno o sono spade affilate. Parole vere le desideriamo mai? Vale a dire, parole che portino vita? Parole autentiche che non nascano da doppiezza di sentimenti, da interessi vari, dall’esigenza di tenere in piedi la propria immagine? Il linguaggio di Gesù è duro ... se mentre Gesù parla, si oppone la barriera del proprio parlare e sentire e pensare e sapere ... di certo è duro, perché rimbalza! Il come è necessario disporsi per comprendere il suo linguaggio ce ne dà esperienza Gesù in questo stesso momento. Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: Questo vi scandalizza? ... Siamo chiamati anche noi a imparare a conoscere dentro ciò che l’altro, nel momento in cui lo incontriamo, dice o pensa. E non perché siamo capaci di leggere nei cuori, semplicemente perché siamo in ascolto del suo sentire profondo. Quando una persona si rivolge a noi ci dà le sue parole, ma in quel momento, silenziosamente, ci passa anche i pensieri che non dice e i sentimenti che ha per noi, per ciò che stiamo dicendo o facendo, per ciò che si aspetta. Se siamo in ascolto profondo riusciamo a decifrare tutto il suo linguaggio per intero, perché ci arriva tramite il sentire. Se ci poniamo così di fronte alla Parola di Dio, sentiremmo da parte di Gesù non durezza di linguaggio, ma parole ricche di vita che trovano ostacolo nella nostra durezza di cuore. E allora la durezza non è di Gesù, è la nostra! Tu solo hai parole di vita MEDITAZIONE Domande Signore, da chi andremo? Non è la conclusione di chi non ha dove e da chi andare, ma di chi ha fatto esperienza e discernimento sulle cose e ha concluso: parole difficili ed esigenti quelle di Cristo, ma parole che ti nutrono e ti fanno crescere in umanità. Parole di cui ti puoi fidare a differenza di quelle che si trovano in giro, anche tra gli amici più cari e i parenti più stretti, quelli che più ci tengono a te, che comunque cadono in un modo o in un altro nel nulla perché non portano vita nuova, ma fantasmi di bene. Di parole è pieno l’universo: le parole vuote della convenienza e le parole facili di chi si sente sempre al di sopra degli altri, dimenticando che c’è un mistero grande dietro ogni gesto umano, le parole di promesse per sempre che si infrangono al primo palo che incontrano e aprono voragini di tradimento, le parole sorde di chi non tollera il silenzio perché lo costringe a sentire il peso del suo vissuto e a pensare un po’ di più a sé ... E le tue parole? Chiave di lettura Le parole di Gesù impegnano tutte le risorse interiori. Si può sostare alla soglia del significato e se ne porta via appena il profumo. Si può entrare per le porte del Mistero che da esse chiama a inoltrarsi verso orizzonti nascosti e si apre il mondo affascinante del senso di Dio. chi si ferma ad ascoltare la materialità dei suoni o interpreta ciò che ascolta attraverso il filtro di un pensiero estremamente concreto, pur avendo la fede e buoni sentimenti, concluderà: Gesù esagera! Ma cosa sta dicendo? Se continua così, se ne vanno tutti ... Troppo difficile ... Parole che circolano tra i nostri pensieri quando ci accostiamo alla Scrittura. Quanti accomodamenti per giustificare la nostra poca fantasia di assaporare l’esperienza di una decisionalità netta incontro a lui. Gesù si accorge che i suoi discepoli protestano e non attenua la forza di ciò che ha detto, anzi! Non gli interessa se resta solo. la vita che non tramonta non è a portata di mano come una cosa tra le altre. Faccio tutto quello che mi piace, scelgo cosa dare agli altri, mi dono interamente secondo le mie capacità, sto a servizio lì dove mi realizzo meglio, prego regolarmente, non faccio del male a nessuno ... e mi sento in pace, perché faccio tutto quello che devo. Poi dall’angolo della mia soddisfazione valuto le cose degli altri, giudico tutto e tutti, me lo posso permettere perché io mi sento a posto con Dio, con me stesso, con tutti. Il Vangelo non dà soddisfazione, crea inquietudine, sollecita verso il non detto e in non fatto, indolenzisce il cuore nella ricerca di ciò che a Dio è gradito. Il pane della volontà del Padre si nasconde nei tasselli della vita quotidiana se ti poni nell’atteggiamento non di chi dà soltanto, ma di chi riceve e accoglie la vita e grazie a questo dono immenso che viene dall’alto risponde condividendo ciò che è. Lo Spirito di Dio dà la vita, ma è necessario fare spazio a questa presenza silenziosa. Non puoi pretendere di aver capito dopo aver ascoltato. La Parola non è pronta appena entra in te. Ha i suoi tempi di comprensione. Scende, penetra, si espande in te e poi a te ritorna per restituirti ciò che è in ciò che tu sei. Come in Maria il Verbo cerca un cuore capace di farsi grembo. Cresce con te, in te, da te ... e tu la vedrai solo dopo essere stato in sua compagnia per lungo tempo ... L’intelligenza della vita che scorre dall’eternità nei tuoi giorni ti potrà lasciar intuire i segreti delle parole di Gesù. E quando questi ti saranno svelati, allora soltanto i tuoi occhi potranno guardare gli occhi altrui e scorgere in ogni briciola di umanità il volto del Figlio di Dio che viene a te. C’è una chiamata silenziosa che attraversa le cose. E quello scandalo che ti scotta dentro ogni volta che le parole di Gesù ti sembrano esagerate, quello scandalo è come una ferita che ti apre a nuovi significati. Finché non ti senti addosso la voglia di dimenticare di averlo incontrato e di fuggire lontano da lui, la fede non è per te un salpare verso il largo, ma una sorta di tranquillante di fronte alle ansie del tuo presente. È quando la Parola ti ferisce e non tiri indietro, quando tutti se ne vanno e ti guardi intorno e non c’è più quasi nessuno che puoi conoscere il volto della tua fede. Non è sufficiente essere nel numero degli amici di Gesù per non sentirsi dire da lui: "Forse volete andarvene anche voi?". Sono i momenti più preziosi della vita quelli del ritrovarsi con lui non perché si è migliori degli altri, ma semplicemente perché le sue parole non passano più, restano per sempre, e conducono alle sorgenti della Vita, perché lui è Via, Verità e Vita. PREGHIERA Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino (salmo 118). CONTEMPLAZIONE C’è un richiamo costante in me che dal profondo mi attira. È l’eco dell’amore del Padre che mi porta verso te, Gesù. È il desiderio scottante di conoscerti perché la mia vita non trova risposte se non in te. Ti offro, oggi, tutta la mia voglia di non restare sulla superficie dei fatti o sulle sillabe suadenti degli uomini che lasciano amaro in cuore. So che la tua Parola nel rivelarsi illumina e dà sapore al vivere. Ma solo se scomporrò gli intrecci delle mie pre-comprensioni e romperò la scorza dura del mio proteggermi e recupererò la semplicità dell’essere la tua Parola potrà diventare la luce dei miei occhi e dilatare il mio cuore. Allora sì correrò per la via dei tuoi voleri perché avrò imparato che tu puoi raccontarmi di me, quando nelle tue parole sentirò tutto l’amore che hai per me. Il Vangelo dei piccoli Possibile che le parole di Gesù scandalizzano? Tu sai che cosa è uno scandalo? La parola nel suo significato originale significa "inciampo". Tu cammini tranquillo e trovi un qualcosa che ti fa inciampare e cadere. Lo scandalo è un inciampo sul tuo cammino. Che significa che le parole di Gesù sono un inciampo? Sono parole che richiedono una apertura del cuore per essere capite. Se ci si ferma al significato del vocabolario, non solo non si capiscono, ma fanno arrabbiare. Infatti molti, quando Gesù disse che bisognava mangiare la sua carne e bere il suo sangue, se ne andarono, dicendo: Questo è proprio matto!!! Loro si erano fermati al significato materiale, pensavano di mangiargli un braccio o una gamba?! Non avevano capito ciò che Gesù voleva dire con quelle parole. Lui era l’agnello di Dio ... cioè il sacrificio gradito da offrire nel tempio. E lo avrebbe fatto morendo per amore. Parlare di agnello per Israele voleva dire parlare di Pasqua, di memoria dell’uscita dall’Egitto ... Gesù era la Pasqua, il vero agnello, da mangiare la sera prima di essere liberati dall’Egitto e con il sangue sulle porte erano stati riconosciuti dall’angelo come appartenenti alla vita. Le parole di Gesù volevano dire tutta la loro storia. Ed era una bellissima notizia! Gesù è l’agnello da mangiare, è il tempio in cui pregare, è la luce, il pane, l’acqua viva. Attento a non pensare di sapere tutto tu quando ascolti le parole di qualcuno o quando vivi qualsiasi cosa. I significati della vita sono immensi, e per capire è necessario prima vivere, altrimenti resta tutto lì fuori di sé o se entra dentro è solo come un’idea nella testa, non come nutrimento che fa crescere per la vita. Mangia le parole di Gesù, vedrai che ti si allarga il mondo!!!!!!!!!!!! |