Omelia (15-08-2009) |
don Daniele Muraro |
Il sacrificio di Maria Gesù è Figlio di Dio e Figlio di Maria. Per una lunga parte della sua vita Gesù abitò dove risedeva Maria. L'episodio dello smarrimento all'età di dodici anni rimane nel Vangelo come una dolorosa parentesi di questa comunanza di vita. L'ultima preoccupazione di Gesù sulla croce fu per sua Madre, affidata alla sollecitudine del discepolo prediletto Giovanni. Durante il primo millennio e oltre la rappresentazione della figura di Maria non andò mai disgiunta da quella del Figlio, sia come Maternità, e allora la Madonna porta Gesù in braccio, sia come Addolorata dove la Madonna è ritratta ai piedi della croce. La composizione della Pietà potremmo dire riassume i due temi: Maria sorregge di nuovo un Gesù staccato dalla croce ed esangue. Il dogma della Assunzione al Cielo in anima e corpo della sempre Vergine Maria ci fa contemplare la scena opposta: non è più Gesù che si abbandona fra le braccia di sua Madre, ma è Maria che viene accolta nel cielo dal benvenuto del Figlio e così dimora per sempre dove ora Lui si trova e dove Lei da sola non sarebbe mai potuta arrivare. Maria aveva preparato una casa al Verbo eterno nel tempo e ora Gesù prepara alla sua madre terrena una residenza per sempre nel cielo. Prima di vedere realizzato questo suo desiderio di essere senza fine con il suo Figlio risorto, Maria dovette aspettare qualche tempo, forse quasi altrettanti anni quanti ne trascorse alla presenza fisica del suo Figlio in questo mondo. Sappiamo di una dimora di Maria con Giovanni ad Efeso dopo la dispersione fuori Gerusalemme della prima comunità cristiana a motivo della persecuzione. Quando san Giovanni scrivendo l'Apocalisse ci trasmette la visione della donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle, certamente Maria già non faceva più parte di questo mondo terreno. L'Apostolo dice che la donna era incinta e dopo il parto il bambino venne "rapito verso Dio e il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio." La donna che partorì il Messia è una sola, Maria santissima, ma la donna che lo porta nel mondo e va pellegrinando nel tempo è composta di molti individui ed è la Chiesa. La descrizione dell'Apocalisse associa le due figure. Nella visione del libro ispirato Maria dunque ci viene proposta quale modello esemplare della Chiesa. Quello che ha fatto lei lo possiamo fare anche noi, finché non si compia interamente "la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo" come dice sempre l'Apocalisse. Gesù stesso aveva affermato: "Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre". Oggi noi accogliamo Gesù con la nostra vita all'interno della celebrazione della Messa ed è al termine della stessa Messa che riceviamo l'incarico di portarlo nel modo. Consideriamo dunque seppur brevemente come Maria ci aiuta a vivere bene la celebrazione eucaristica. Nel suo mistero infinito ogni Messa è una fetta di cielo sulla terra, uno spiraglio di eternità che entra nel tempo e nel periodo fra Ascensione e Assunzione la partecipazione al rito fu anche per Maria la maniera più forte per entrare in comunione con il suo Figlio salito al cielo. Se torniamo con il pensiero al Venerdì santo, quando si consumò il sacrificio di Cristo sulla Calvario troviamo che "stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala". Maria in piedi partecipa all'offerta di se stesso al Padre da parte del suo Figlio. Accetta che Dio abbia scelto quella maniera di salvarci e che il suo Figlio vi abbia acconsentito. Il Concilio Vaticano II afferma che Maria "serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette, soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrifico". Durante l'Ultima Cena dapprincipio San Pietro non aveva voluto farsi lavare i piedi da Gesù. Maria invece riconosce che per la salvezza dell'umanità è giusto che il suo Figlio soffra in quella maniera. Pur non avendo peccati personali si sente anche lei partecipe della storia umana e comprende che anche è anche per lei che il Figlio muore in croce. Contemporaneamente Maria offre e riceve: lascia che il suo Figlio sia consegnato nelle mani dei suoi uccisori e riceve l'attestazione dell'amore del Figlio per Dio e per gli uomini. Ancora oggi Maria indica noi a Gesù e Gesù a noi; noi a Gesù perché Egli abbia misericordia e Gesù a noi perché anche noi riconosciamo l'amore immenso di Lui e Lo accettiamo nella nostra vita. Gesù non ha voluto offrirsi al mondo senza sua Madre e anche noi non possiamo riceverlo senza il pensiero rivolto a Maria. Dio ha assunto Maria al cielo in corpo e anima, questo ci conferma nella speranza che anche noi risorgeremo; ma fin da adesso a noi che aspettiamo di risorgere con Lui e con Maria Gesù dà a noi il suo corpo. Perciò ancora una volta a noi che celebriamo il mistero della sua Assunzione, Maria indica suo Figlio e ripete l'ammonimento: "Fate quello che vi dirà"... continuate a fare quello che Egli vi ha comandato quando ha detto: "Fate questo in memoria di me!" |