Omelia (30-08-2009) |
don Roberto Seregni |
Le labbra e il cuore Dopo la lunga parentesi estiva in compagnia dell’evangelista Giovanni, la liturgia ci riporta tra le pagine del primo evangelista. Ci troviamo davanti ad una accesa discussione tra Gesù e i vertici della cultura religiosa ebraica, i farisei e gli scribi. Il dibattito è acceso e vale la pena chiarire subito che al centro della discussione non sta la validità o meno di alcune pratiche religiose, ma la verità del rapporto con Dio. Cioè: il problema non è "se" e "come" devo lavarmi le mani prima di mangiare, ma se guardo a Dio come un ispettore dell’A.S.L. o come un Padre che si prende cura di me. Gesù critica il formalismo vuoto e sterile dei farisei, condanna la loro presunzione di poter programmare la relazione con Dio, di incasellarla in una schema fisso di "dare-avere". La casistica esasperata dei farisei, la loro ricerca di sicurezza tradotta in pratiche rituali, soffoca la novità, la bellezza e la fantasia di Dio. Gesù vuole riportare ordine e smascherare le false certezze religiose che conducono nel vicolo cieco dell’ autocelebrazione idolatrica, non certo alla conoscenza del Dio vivo. C’è una frase di questo brano, che Gesù riprende da Isaia, che continua a ronzarmi per la testa: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me." (v.6). L’attualità disarmante di questa Parola mi lascia senza fiato... E’ proprio vero: le nostre comunità vivono quotidianamente la fatica di dare cuore e corpo alla Parola. Le labbra fanno grandi proclami, ma i piedi non sanno seguire le esigenze della sequela. Le labbra annunciano grandi slanci di generosità, ma le mani sono ancora chiuse nel possesso. Le labbra cantano le lodi di Dio, ma le orecchie non sono pronte a custodire la Parola. Proviamoci, cari amici! Proviamo a fare un passo nuovo, fresco e intelligente verso Lui. Scopriremo che Lui ne ha già fatti mille verso di noi. Buona settimana don Roberto robertoseregni@libero.it |