Omelia (00-00-0000)
padre Mimmo Castiglione
Tappi di cerume e groppi alla gola!

Chi non s’è mai smarrito nella vita? Facendo esperienza di buio, di vuoto?
Senza nulla più comprendere e nessun punto di riferimento.
Orientarsi senza stelle, che fatica! Soli ad affrontare inquietudini.

Ci si sente come colui al quale è impedito di guardare avanti,
con le palpebre che stentano ad aprirsi,
obbligate a rimanere socchiuse, come in un incubo.

Come uno che inorridito, non riesce più a sentire.
Come uno che attonito, non riesce più a parlare.
Come uno che atterrito, è paralizzato e non riesce più a muoversi, a camminare.

E ci si considera come senza futuro e carichi d’un fardello pesante da portare.
Con la paura dell’ignoto, se si riuscirà nell’impresa, e se ce ne sarà il tempo!
Triste quinta d’un ampio campionario!

Poi, come d’improvviso, nel deserto un po’ d’acqua e di frescura,
un po’ di vita, e nell’aridità del cuore finalmente sollievo.
Per ritrovarsi, poi, più forti rispetto a prima? Boh! Forse. Chissà!

Chi mai non è stato sordo a tutto ciò che invitava alla speranza,
alla fiducia, al servizio ed alla condivisione?
Ed il nodo alla gola? Quel groppo che non ti lascia mai,
come di chi non vuole mollare la preda e non da tregua?!


Il Signore continua il programma battesimale:
annunciare il regno, insegnando ed operando il bene!

Secondo miracolo in terra pagana,
dopo la guarigione della figlia della Siro-fenicia.
Gesù s’aggira per offrire salvezza ai lontani,
ed anche a loro far condividere il pane!

Dopo lo smacco ricevuto dagli scribi e dai farisei
sulla questione del puro e dell’impuro,
il Maestro cambia aria e va dove non dovrebbe!

Un po’ dai tratti magici questo Gesù
che usa gesti propri dei taumaturghi del tempo.
Forse per far comprendere meglio al sordo e muto (o balbuziente)
ciò che stava per fargli, per stimolargli la coscienza,
per stabilire un dialogo e condurlo alla fiducia.
Dove non bastano le parole, sono necessari i gesti!

Quanti lo conducono a Gesù sono sicuramente amici,
ai quali l’isolato stava a cuore.
Chiedono al Profeta che imponga le mani!
Solo questo, nulla di più! Invece il Maestro va oltre!
E nel silenzio, senza una parola, opera lenti e significativi gesti:
unico mezzo a disposizione, per rapportarsi col malato.

Il sordo e muto viene portato in disparte dal Maestro,
che non ama apparire e dar spettacolo.
Gli uomini invece mettono da parte non per discrezione ma per emarginare.

Il sordo e muto non ha più l’l’immagine e la somiglianza!
Sconfitto dalla dura realtà. Deluso dalle aspettative.
Assente. Al culto non può partecipare.
Ormai chiuso al dialogo, alla comunicazione, alla relazione, alla vita.
Sordo ad ogni richiamo e muto ad ogni sollecitazione.
Mutilato d’ogni desiderio. Arreso e rassegnato.
Incapace di gridare il suo dolore!

Toccato con la saliva, proprio come facciamo con i bambini,
per far capire loro che stiamo curando la ferita.
Nel deserto della vita si reca il Signore, nell’abisso della sofferenza,
per far sgorgare torrenti di grazia e formare laghi di benevolenza.
Non teme d’usar compassione, restando vicino, facendo comunione!

Il Figlio prega, con lo sguardo rivolto al Padre, perché intervenga visitando.
Sospira! Caricandosi della fatica umana.
Creando di nuovo! Ridonando vita!
In attesa dell’ultimo respiro,
quando emetterà lo spirito sul legno della croce!
Apriti! Dice il Signore. Effata! E tutto si schiude!

Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!
E la Parola che quando dice, opera perché efficace,
intima il silenzio! Rendere al momento segreto l’evento.
In attesa che venga totalmente compreso più avanti. Senza premura!

Ho avuto la grazia di conoscere uomini con orecchie come antenne,
capaci di intercettare i cori angelici, ma sordi alle miserie umane
ed alle invocazioni di quanti chiedevano aiuto,
eloquenti oratori quando si trattava di tenere lezioni sulle vicende di Gesù
(che pareva avevano vissuto in prima persona!),
e muti quando bisognava dialogare con qualcuno degli umani!
Considerati contemplativi, asceti, mistici, han fatto carriera!
Bah! Così va il mondo!


PREGHIERA

Pietà Signore: quante volte per convenienza ho fatto il sordo,
quando non mi andava d’ascoltare ed obbedire!
Pietà per tutte le volte che per utilità ho fatto il muto,
per non coinvolgermi e compromettermi.

Pietà Maestro, per tutto il cerume che m’impedisce d’ascoltarti:
desideri, bisogni, paure e preoccupazioni.
Pietà per il mio nodo alla gola,
che m’impedisce di pregarti e non m’abbandona.

Pietà Signore, della mia solitudine.
Pietà per quanti mi hanno isolato ed emarginato.
Pietà per quanti ho isolato ed emarginato.
Pietà per tutte le volte che ho obbligato gli altri a fare i sordi!
Pietà per tutte le volte che ho permesso agli altri di parlare solo per adularmi.
Pietà per tutte le volte che ho imposto agli altri ascolto e silenzio.

Pietà o Dio per tutte le volte che non ho pronunciato parola,
per scoraggiamento o per vendetta,
o per paura di non essere considerato santo.
Pietà per tutte le volte che mi sono chiuso al dialogo, alla comunicazione.
Pietà per tutte le parole stolte dette.

Grazie Gesù per esserti occupato del sordomuto,
parlando la sua lingua lo hai incontrato veramente!
Grazie per aver fatto la stessa cosa con me!