Omelia (20-09-2009)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)


Nella prima lettura troviamo una interessante riflessione di coloro che il libro della Sapienza definisce empi. Il credente è di imbarazzo, è contrario alle azioni ingiuste che vanno contro alla legge di Dio; dà fastidio, occorre eliminarlo e in questo disegno perverso viene addirittura coinvolto il buon Dio: se il credente è praticante Egli verrà in suo aiuto. Tutto questo si è realizzato nella storia della vita di Gesù. Oggi ci troviamo di fronte allo stesso problema, ma gli empi hanno affinato le loro armi e oltre ad emarginare coloro che danno fastidio cercano di convincere che in fondo tutti si comportano così. Le trasgressioni non sono solo un diritto, ma fanno anche bene, non esiste più una morale unica, ma dipende dalle circostanze.
Tutto questo però non passa senza lasciare una traccia, e ce lo ricorda san Giacomo nella sua lettera quando dice che la sapienza viene dall'alto, mentre le passioni portano alle liti e alle guerre. La vera sapienza si esprime nell'amore, nella pace, nella mitezza, nella misericordia.
Nel brano di Vangelo troviamo Gesù che parla della sua passione nella più completa indifferenza degli apostoli che discutevano chi tra loro fosse il più grande, ma Gesù dice loro che il primo sarà l'ultimo, il servo, cioè colui che saprà accogliere i semplici, gli umili, coloro che non contano, come i bambini nella società di Israele ai tempi di Gesù.
La sapienza, l'amore che porta alla pace, il servizio sono le tracce che le letture di oggi ci lasciano per percorrere la via del matrimonio, perché solo se siamo capaci di fare nostri questi inviti saremo anche capaci di crescere nell'amore e accogliere nella nostra famiglia Gesù.


Per la riflessione di coppia e di famiglia.

* Nei nostri cuori prevale la sapienza o prevale la collera?

* Gesù ci invita all’accoglienza e al servizio e a non "tirarcela troppo": questa proposta quali reazioni suscita in noi?

* Nelle azioni che facciamo in famiglia prevale la spontaneità, che non si aspetta nulla in cambio, oppure...?

Commento a cura di Anna e Carlo Beltramo – Torino