Omelia (08-06-2003) |
Totustuus |
Commento Giovanni 20,19-23 NESSO TRA LE LETTURE Lo Spirito Santo che il Signore aveva promesso ai suoi apostoli, si sparge oggi profusamente su di loro, e li ricolma di un sacro ardore perché annuncino la buona notizia della resurrezione del Signore. La nostra meditazione si concentra oggi sulla persona dello Spirito Santo e sulla sua azione santificatrice nel cuore degli apostoli. Gli Atti degli apostoli ci narrano l'evento di Pentecoste. I discepoli riuniti in preghiera con Maria, sono illuminati dall'azione dello Spirito santificatore e iniziano la loro opera di predicazione. San Paolo, nella prima lettera ai Corinzi, sottolinea che solo grazie all'azione dello Spirito possiamo chiamare Cristo "il Signore", cioè solo grazie allo Spirito Santo possiamo proclamare la sua divinità. Il vangelo ci presenta Gesù risorto che conferisce ai suoi apostoli il potere di perdonare i peccati attraverso la ricezione dello Spirito Santo. Nella predicazione, nella proclamazione della fede, nell'amministrazione dei sacramenti è lo Spirito Santo che opera e dà forza all'apostolo. MESSAGGIO DOTTRINALE 1. Gesù invia lo Spirito Santo Gesù Cristo invia lo Spirito Santo, avvocato e difensore, santificatore delle anime. In realtà, lo Spirito Santo ci precede e risveglia in noi la fede, così che solo chi possiede lo Spirito Santo può proclamare che Cristo è Signore. Lo Spirito Santo — dice il Catechismo della Chiesa Cattolica — con la sua grazia è il "primo" che ridesta in la fede e c'introduce alla vita nuova: "che conoscano te, l'unico vero Dio, e al tuo inviato, Gesù Cristo". Egli ci porta alla conoscenza profonda di Cristo, della sua opera redentrice, del suo amore per gli uomini. Egli riaccende in noi la nostalgia di Dio, ci dà quella soavità che è necessaria per credere e per abbandonarsi incondizionatamente alla Volontà di Dio. Tuttavia, nella rivelazione, è l' "ultimo" delle persone della Santissima Trinità. Credere nello Spirito Santo è professare che Egli è una delle persone della Santissima Trinità, consostanziale al Padre e al Figlio "che col Padre e il Figlio è adorato e glorificato" come proclama il Simbolo Niceno-Costantinopolitano. Colui che il Padre ha inviato nei nostri cuori, lo Spirito di suo Figlio, (cf. Ga 4,6) è realmente Dio. Il Catechismo della Chiesa Cattolica espone sinteticamente l'azione congiunta di Cristo e dello Spirito Santo: 'Gesù è Cristo, "unto", perché lo Spirito ne è l'Unzione e tutto ciò che avviene a partire dall'Incarnazione sgorga da questa pienezza. Infine, quando Cristo è glorificato, può, a sua volta, dal Padre, inviare lo Spirito a coloro che credono in lui: comunica loro la sua Gloria, cioè lo Spirito Santo che lo glorifica. La missione congiunta si dispiegherà da allora in poi nei figli adottati dal Padre nel Corpo del suo Figlio: la missione dello Spirito di adozione sarà di unirli a Cristo e di farli vivere in lui' (Catechismo della Chiesa Cattolica, n.690). 2. La missione dello Spirito Santo Abbiamo ricordato che, una volta che il Signore invia il suo Spirito sui figli di adozione, su tutti gli uomini redenti, l'azione di questo sarà di unirli a Cristo e farli vivere in Lui. È necessario analizzare brevemente questi due punti: a) Unirli a Cristo. Lo Spirito Santo ci unisce a Cristo. Ci aiuta a vedere Cristo Signore nella sua divinità e nella sua umanità, a sentirlo come compagno "incomparabile" delle nostre vite. L'amicizia con lo Spirito Santo è quella che ci offre la conoscenza intima ed esperienziale di Cristo. Perciò non dobbiamo stancarci mai di promuovere in noi e nelle anime, quest'amicizia semplice, spontanea, generosa con lo Spirito Santo. Per mezzo del battesimo, Egli abita in noi, siamo i suoi templi, Egli ci guida alla piena verità, Egli ci rivela il cuore di Cristo. Così chi ha devozione per lo Spirito Santo, terza persona della Trinità, arriva ad una più profonda e migliore conoscenza di Cristo e della sua opera redentrice, e del Padre e del suo infinito amore. b) Lo Spirito Santo ci fa vivere in Cristo. In realtà i dialoghi intimi che l'anima sostiene con lo Spirito Santo la conducono via via ad una concezione della vita, degli uomini, del mondo. Lo Spirito Santo va "cristificando" ciascuno, portandolo alla piena verità. L'amicizia con lo Spirito Santo, come ben dice il P. Marcial Maciel, "è un'amicizia che esige una costante attenzione, un saper ascoltare e un agire fedelmente, costi quel che costi, come piace al dolce 'Ospite dell'anima'. Nei colloqui e nei dialoghi che giorno e notte si hanno con Lui, è dove si impara via via il vero senso del tempo e dell'eternità, della fedeltà nell'amore, della vanità di tutte le cose che non siano Dio e della relatività di quanto ci capita nel trattare con le creature. Egli ci insegna ad amare, ci insegna a perdonare, ci insegna a dimenticare le ingiurie; a ricercare e fare il bene senza aspettarsi una ricompensa; a fidarsi di Dio e ad amarlo sopra tutte le cose". Tutto questo è vivere in Cristo e, soprattutto, ci aiuta a comprendere la nostra parte nell'opera della salvezza. Ci trasforma in apostoli agguerriti, ci fa sentire le necessità della Chiesa, delle anime. Se siamo sacerdoti, ci dà un santo zelo per spenderci e consumarci per i fedeli; se siamo religiosi, ci aiuta per comprendere più a fondo le esigenze della "sequela Christi"; se siamo genitori, ci aiuta a perseverare nella missione di educare i nostri figli alla fede, alla morale e a tutto ciò che è propriamente umano. Infine, lo Spirito Santo ci aiuta a comprendere la nostra missione nella vita, come membri del Corpo di Cristo. Ci aiuta a vivere "in Cristo". SUGGERIMENTI PASTORALI 1. Coltivare l'amicizia con lo Spirito Santo. Ai membri delle nostre comunità possiamo offrire una via ineffabile e semplice di santificazione. Si tratta di coltivare un'intima amicizia con lo Spirito Santo. Bisogna aiutare tutti a scoprire che, se vivono in stato di grazia, hanno un "dolce ospite" nel proprio cuore, e che sono tempio vivo dello Spirito di Dio. Niente impedisce loro di avviare e stabilire dialoghi spontanei, pieni di candore e semplicità con Lui. Egli illumina le loro vite, cioè, illumina la loro intelligenza così che comprendano meglio l'amore di Dio; Egli fortifica la loro volontà, affinché possano perseverare durante il tragitto della vita superando le diverse difficoltà e sofferenze che essa comporta; Egli li consola nelle avversità e nel fallimento; Egli è presente in ogni sacramento, e offre la grazia divina; Egli aiuta a discernere in ogni momento quel che si deve fare e come si deve fare. Un modo molto pratico e assai semplice di coltivare questa amicizia è ripetere qualche giaculatoria. Ne propongo qui una molto semplice: 'Spirito Santo, fonte di luce, illuminami'. Davanti alle grandi decisioni della vita, o davanti ai piccoli contrattempi, davanti alle intime sofferenze, ripetiamo con semplicità: 'Spirito Santo, fonte di luce, illuminami'. 2. Esaminare i nostri pensieri. Non tutti i pensieri che spuntano nella nostra mente e nel nostro cuore sono, di per se stessi, buoni. A volte, possono essere tentazioni introdotte dal demonio; altre volte, possono essere suggestioni che nascono dalle nostre stesse passioni, ferite dal peccato originale. Non cerchiamo sempre il bene come dovremmo, perciò è necessario vigilare e correggere la rotta della nostra vita. Siamo sinceri con noi stessi e denudiamo la nostra anima davanti a Dio per dirgli "Signore, illuminami, staccami da me stesso. Non permettere che io inganni, ma aiutami in tutto ad essere sincero nell'amore". È lo Spirito Santo che può aiutarci in questa immensa impresa del distacco da noi stessi, forse la più importante di tutte le nostre imprese. |