Omelia (17-09-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno "Principio della saggezza è il timore del Signore, saggio è colui che gli è fedele; la lode del Signore è senza fine." (Sl 110,10) Come vivere questa Parola? Il salmo di acclamazione alla prima lettura di oggi è la continuazione del salmo di ieri; nella liturgia eucaristica esso è la nostra risposta alla Parola di Dio. È come se ognuno di noi, dopo l’ascolto delle parole di Paolo, dicesse: Sì, Signore, anch’io come Timoteo voglio vivere da uomo/donna saggio/a, fedele alla tua Parola, perseverante nell’ascolto, operoso/a nella carità, puro/a nel cuore. Da questo perseverante ascolto nasce la saggezza da cui scaturisce il ‘timor di Dio’: cioè il riconoscimento dell’essenza di Dio. Il vangelo odierno, in quella delicata descrizione che Luca ci fa dell’invito a pranzo di Gesù nella casa del fariseo Simone, pennella con colori di luce le caratteristiche essenziali di questo Dio di cui Gesù è venuto a rivelarcene il volto: Egli è ‘Creditore’ generoso e longanime, Egli è ‘Cuore’ sensibile che si commuove dei gesti umili e affettuosi di chi pentito torna a Lui... "Le sono perdonati i peccati perché ha molto amato" dice della peccatrice che lava con le lacrime i suoi piedi e li cosparge di profumo. Si può mai temere un Dio che ‘geme con viscere di misericordia’ attendendo il ritorno di ogni figlio e figlia? Il ‘timore di Dio’ è allora lode e venerazione del suo cuore materno e paterno ad un tempo! Oggi nel mio rientro al cuore mi visualizzerò generato da queste viscere di misericordia e dirò con umile gratitudine: Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli riveli i segreti del tuo cuore! La voce del fondatore di Taizè «Lodate, glorificate, temete il Signore!». Qui il timore è la lode, che è giunta al punto in cui essa non sa più cosa dire: e la lode diventa stupore, silenzio e amore. frère Roger |