Omelia (01-06-2003) |
padre Ermes Ronchi |
Ascensione, Lui impigliato nella mia vita Con l'ascensione inizia la nostalgia del cielo. Di noi che restiamo nella storia, a fidarci di un corpo assente, a fidarci di una Voce. Ebbene, io sto con la voce. Continuo a starci. La senti cantare dentro, riaccendere, farti cuore. E l'assenza diventa una più ardente presenza. Nel racconto dell'ascensione, il Vangelo, a sorpresa, parla più di me che di Cristo. Io ricevo oggi la stessa consegna degli apostoli: annunciate. Niente altro. Non dice: organizzate, occupate i posti chiave, assoggettate, solo annunciate. Il vangelo. Non le vostre idee più belle, non la soluzione di tutti i problemi, non una politica o una teologia, solo il vangelo. E mi sembra persino facile, quando lo amo e lo respiro. Ce la farete, dice Gesù, certo fra sangue e prodigi, tra veleni e lacrime, tra parole che non vengono e parole irresistibili. Io ce la farò a trasmettere la Parola, a farla viva oggi, a renderla canto e sole. Anche se faccio fatica a credere, posso e devo aiutare altri a credere. Durissima fu la fatica degli apostoli, secondo Marco. E le donne non dicevano niente della tomba vuota, per timore. Ma l'ultimo versetto, che chiude il vangelo di Marco e apre il mio vangelo, dice: il Signore operava insieme con loro. Molte volte ho udito il lamento: «Io, con le mie sole forze, non ce la farò mai». Ma questa è una frase cristianamente insensata. Io non sono mai con le mie sole forze. C'è sempre in me, forza della mia forza, pace della mia pace, radice delle mie radici, sempre c'è, intrecciata alla mia forza, la forza di Dio. La mia storia è sinergia, o non è; un nodo di sangue e di cielo, o non è. Come farei altrimenti a scacciare demoni, a prendere in mano serpenti, a bere veleni, a guarire, come è assicurato da Gesù a quelli che credono? Il prodigio sta in una piccolissima, fortissima parola: il Signore opera insieme. Cristo opera con te quando offri un bicchiere d'acqua, quando porgi una parola fresca e viva; costruisce con te quando costruisci pace, è la tua fame quando hai fame di giustizia. Nel mio nome scacceranno demoni. I demoni di oggi che devo smascherare e snidare sono i nuovi padroni del cuore, i pensieri che ci dominano e ci possiedono: il denaro, l'autorealizzazione a spese di tutto e di tutti, il vuoto dentro. Parleranno lingue nuove: in un mondo cinico e deluso il vangelo mi insegnerà parole forti e luminose. Se berranno veleni... perché c'è chi sparge veleni nella vita, nelle menti, chi dà a bere falsità e cattiverie. Ebbene io passerò indenne tra le cose che uccidono il cuore, perché mio antidoto è una Parola che fa vivere. Ascensione: Cristo non è salito verso l'alto, ma è andato oltre, verso l'intimo delle cose. E le sue mani sono ancora più impigliate nel folto della vita. |