Omelia (01-11-2009) |
Suor Giuseppina Pisano o.p. |
Quella moltitudine immensa, che nessuno poteva contare Sono i santi che la Chiesa oggi ricorda, senza necessità di farne i nomi; sono uomi e donne che hanno cercato ed amato intensamente Dio; persone, delle quali, forse, non conosciamo nulla, ma che nel lungo corso dei secoli hanno accolto la parola di Cristo che disse:" Vi ho dato l'esempio, perché, come ho fatto io facciate anche voi."(Gv.13,15) e ne hanno fatto il loro programma di vita, con una esistenza profondamente radicata in Lui, il Figlio di Dio, il Redentore, che amarono con tutte le loro forze, rendendolo presente tra gli uomini. I santi: persone comuni, o persone dotate di un carisma particolare, sono modelli che la Chiesa indica a tutti, cristiani e non, perché tutti, nessuno escluso, siamo chiamati alla santità, cioè alla salvezza, che è pienezza della comunione con Dio, nella visione svelata di Lui. Di questi santi ci parla, oggi, l'apostolo Giovanni in quella splendida pagina dell'Apocalisse, il grande libro della speranza finale, che ci offre la grandiosa, felice visione di una innumerevole schiera di beati:"... una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua..."; ed è consolante sentir parlare di un numero sconfinato di persone sante, perché, troppo spesso, pensando ai santi, forse, anche a causa di una certa agiografia del passato, siamo tentati di considerarli persone così straordinarie da essere irraggiungibili, e, di conseguenza, pensiamo alla santità come a qualcosa di eccezionale e troppo alta, per esser di tutti. Certo, se ci fermiamo a considerare i doni straordinari di cui molti di loro furono dotati, o le imprese singolari di cui furono protagonisti, non possiamo che sentirci inadeguati, e molto lontani dalla via della santità, o, almeno, da quella che crediamo sia la santità, e concludiamo, perciò, che essa sia al di là della nostra portata. La Chiesa, al contrario, oggi, ci ricorda che la santità è altro, ed è alla portata di di ognuno, perché è la vocazione fondamentale dell'uomo, chiamato ad essa a motivo della santità stessa di Dio, che in ognuno ha impresso come sigillo, la sua immagine, e, nella pienezza dei tempi, ad ogni uomo ha inviato come redentore, maestro e modello il Figlio, Gesù di Nazareth, il Cristo. Sante e santi per Dio, dunque, anche se qualche perplessità resta; una perplessità che nasce dalla percezione del proprio limite morale; una perplessità di cui ci parla, ad esempio, dalle pagine della sua autobiografia, una santa cara a tutti:Teresa di Lisieux, la giovane carmelitana innamorata di Dio, la quale così scrive:"Ho sempre desiderato essere una santa, ma ahimè, ho sempre accertato, quando mi sono paragonata ai santi, che, tra essi e me, c'è la stessa differenza che tra una montagna, la cui vetta si perde nei cieli, e il granello di sab-bia oscura, calpestata sotto i piedi dei passanti.Tuttavia, invece di scoraggiarmi, mi sono detta: il buon Dio non può ispirare desideri inattuabili, perciò posso, nonostante la mia piccolezza, aspirare alla santità;... con tutte le mie imperfezioni; e voglio cercare il mezzo di andare in Cielo per una via ben diritta, molto breve, una piccola via tutta nuova...", e noi sappiamo che quella " Via" è la via dell'umiltà e della confidenza filiale nel Padre, confidenza, che ci fa ripetere col Salmista:" Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno, come un bimbo in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato, tale è l'anima mia."( sl.130); è questa la via percorribile da tutti, e di cui Teresa ci parla: la via della fede di chi si abbandona a Dio, ne accoglie l'amore e lo riama con tutte le sue forze, e l'amore, ci dice Paolo, supera ogni limite, vince ogni resistenza, e conduce alla perfezione.( I Cor.13,4-7) Ecco: la forza della santità è l'amore, quell'energia immensa, di cui ogni uomo è dotato; la molla che anima l'intelligenza e muove la volontà, una forza che non conosce confini, come la santità vera, che non appartiene ad una o poche aree geografiche, ma è universale; così come non è circoscritta nel tempo, né ad una cultura o ad un ambito spirituale, ma, come Giovanni ricorda, appartiene all'umanità intera in ogni tempo e in ogni angolo della terra, per cui i santi sono, veramente, "una moltitudine immensa, che nessuno potrà mai contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua." E c'è una cosa che accomuna tutti i beati, pur tra le ovvie differenze: tutti hanno amato Dio con tutta le loro capacità e in ogni momento della vita, anche nelle situazioni più difficili e tormentate;" Tutti, ci dice ancora Giovanni, stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani."; si, perché percorrere la via della santità può, anche, esigere il martirio, e, di martiri la storia, anche quella recente, ne conosce tanti. I santi, quelli che il calendario non registra, ma che Dio conosce ugualmente per nome, sono tutti coloro che un giorno Cristo definì " beati", chiamandoli alla sua sequela, quei beati che, oggi, il passo del Vangelo di Matteo ci ricorda: "Beati i poveri in spirito.... gli afflitti... i miti... quelli che hanno fame e sete della giustizia... i misericordiosi... i puri di cuore...gli operatori di pace... i perseguitati per causa della giustizia... beati- dice ancora il Maestro- quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia...." Beati, anche se, mai, nessuno dirà che è un bene la povertà, l'ingiustizia, la persecuzione, la maldicenza o la calunnia; tuttavia, se queste situazioni estreme sono illuminate dalla presenza di Dio, e vissute con fede ed amore per lui, diventano fonte di beatitudine, la beatitudine di chi sa, che il dolore umano è stato condiviso dal Figlio di Dio, il quale lo ha preso su di sè per trasifurarlo e risanarlo, insegnandoci così a risanare, con la misericordia e le opere di pace e di giustizia, tutte quelle situazioni che sono fonte di dolore per tanti, uomini e donne, ancora oggi. I Santi di cui oggi facciamo memoria, pur senza invocarne il nome, sono quella schiera, veramente infinita, di uomini e donne, che hanno risposto generosamente alla chiamata di Cristo sulla via delle beatitudini, quella " via stretta", che conduce alla salvezza, che è pienezza di vita in Dio felicità indistruttibile e inalterata comunione d'amore. " Beati voi...", aveva detto un giono Gesù, e ancora lo ripete, ad ognuno di noi, che viviamo situazioni non diverse da quelle di cui il Vangelo ci parla: povertà, ingiustizia, persecuzione, bisogno estremo di misericordia, di solidarietà, di pace. " Beati..."; è la nostra vocazione; una vocazione che, sicuramente abbiamo visto realizzata in tante persone, che hanno fatto parte della nostra vita, della nostra piccola storia personale, o che, in essa, sono ancora presenti: persone che ci mostrano concretamente la via da percorrere, persone che ci incoraggiano e ci aiutano, con la loro testimonianza, a camminare sulla via di una santità quotidiana, seria e generosa. I santi ci sono stati, e sono numerosi; ma, i Santi ci sono ancora; abbiamo solo bisogno di imparare a riconoscerli, abbiamo bisogno di occhi capaci di vedere dove cammina ed opera un santo, per camminare con lui, e, con lui, o lei, raggiungere quella schiera numerosa di coloro, che, già, vivono la pienezza della gloria in Dio. |