Omelia (13-09-2009)
don Maurizio Prandi


Mi piace condividere con voi il commento alla parola di Dio che domenica scorsa ci ha guidato nelle comunità della missione in terra cubana.
Il Signore Dio mi ha fatto udire le sue parole e io non ho opposto resistenza. Il profeta Isaia oggi ci dice cose molto importanti riguardo al rapporto con la parola di Dio: sei chiamato a farla entrare nella tua vita senza opporre resistenza, perché la tua vita possa cambiare, trasformarsi, divinizzarsi. Lasciarla entrare senza costruire muri, tra se stessi e Dio tra se stessi e i fratelli e le sorelle che incontriamo.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi Per questa Parola essere disposti ad esporre la nostra vita. Credo che una vita vissuta di nascosto è una vita senza senso. Vivere esposti, alla luce del sole, trasparenti, chiari, sinceri... ci sono dei rischi, certamente, però la Scrittura ci invita a vivere così. Gesù ha vissuto così, fino al massimo dell’esposizione, che è la Croce. La vita di Gesù fu una vita esposta, tanto da salire sulla Croce. Martedì sarà il giorno di Maria Addolorata; credo sia una festa che ci invita a guardare alla Croce: la vergine, sotto la croce, con altre tre, forse quattro donne e S. Giovanni. Dalla Croce, dall’effusione dello spirare di Gesù nasce la chiesa. Pensiamo allora allo sguardo di Gesù sulla sua chiesa che, riunita sotto la Croce, conta al massimo cinque persone. E penso a quanto proviamo a fare qua, in terra cubana, in comunità come Alvarez (cinque persone), Maboa (sette persone), Cayo Beuco (dieci persone) e qualcuno può dire: ma chi ve lo fa fare? Chilometri e chilometri per sette persone... non so... mi sembra una fedeltà alla chiesa nata sotto la Croce e per questo credo sarà bellissimo servire questa chiesa. Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarea di Filippo. Che bello, fedeli anche al sogno, al desiderio di Gesù, che non ha puntato alla grande città, ma ai piccoli villaggi perché per Lui anche loro sono importanti, anche loro contano.
Mi piace anche sottolineare, (ed è un tornare al tema iniziale della parola), quanto Gesù dice al termine del vangelo di oggi, lo trovo importantissimo per quello che riguarda la nostra relazione personale con Lui: colui che perde la sua vita per me e per il vangelo, la salverà... mi colpisce molto questo paragone, o meglio questa uguaglianza: per me o per il vangelo. Perché Gesù dice così? Perché Gesù e il Vangelo sono la stessa cosa! Il Vangelo non è un libro, è una persona: Gesù! Non lo abbiamo qui, fisicamente in mezzo a noi, però abbiamo il vangelo, la sua Parola, e tutte le volte che prendiamo in mano il vangelo scopriamo qualcosa di bello del volto e del nome di Dio: tu sei colui che è buono Signore... tu sei colui che guarisce le mie ferite Signore... tu sei colui che polverizza i muri che costruisco dentro di me e che mi fanno vivere separato da Te e dai miei fratelli... tu sei il seminatore che pone dentro ogni uomo il seme della tua Parola...