Omelia (06-10-2009) |
a cura dei Carmelitani |
1) Preghiera O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo... 2) Lettura Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42 In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta". 3) Riflessione • Contesto. Il viaggio di Gesù, intrapreso in 9,51, è costellato di incontri singolari, tra cui quello con un Dottore della Legge (10,25-37). Che precede l’incontro con Marta e Maria (vv.38-42). Innanzitutto c’è un dottore della Legge che pone una domanda a Gesù e che per il lettore diventa un’occasione propizia per scoprire come si eredita la vita eterna che è L’intimità col Padre. A questa si può accedere partecipando alla missione di Gesù, l’inviato primo che ci ha mostrato la misericordia di Dio in pienezza (v.37). In Gesù il Padre si è fatto vicino agli uomini, ha mostrato in modo tangibile la sua paternità. Alla fine dell’incontro l’espressione che Gesù rivolge al Dottore della Legge e ad ogni lettore è cruciale: «Và, e anche tu fa lo stesso» (v.37). Diventare prossimo, avvicinarsi agli altri come ha fatto Gesù ci fa diventare strumenti per mostrare in modo vivo l’amore misericordioso del Padre. Questa è la chiave segreta per entrare nella vita eterna. • L’ascolto della Parola. Dopo questo incontro con un esperto della Legge, mentre è in cammino, Gesù entra in un villaggio e viene accolto da amici di vecchia data: Marta e Maria. Gesù non è solo il primo inviato del Padre ma è anche colui che raduna gli uomini e nel nostro caso i membri della casa di Betania, in quanto Lui è l’unica Parola del Padre. Se è vero che sono molti i servizi da svolgere, l’accoglienza, le attenzioni ai bisogni degli altri, è ancor più vero che quello insostituibile è l’ascolto della Parola. Il racconto che Luca qui riporta è un episodio reale e ideale allo stesso tempo. Inizia con l’accoglienza da parte di Marta (v.38), poi, tratteggia Maria con un atteggiamento tipico del discepolo, seduta ai piedi di Gesù è tutta intenta ad ascoltare la sua Parola. Questo atteggiamento di Maria rimane straordinario perché nel giudaismo al tempo di Gesù non era permesso a una donna porsi alla scuola di un maestro. Finora un quadro armonioso: l’accoglienza di Marta, l’ascolto di Maria. Ma presto l’accoglienza di Marta si trasforma in un super attivismo: la donna è «tirata», divisa dai molteplici servizi; è talmente assorbita che non riesce a padroneggiare le molteplici attività domestiche. La grande quantità di attività, comprensibile per l’ospite di riguardo, diventa però sproporzionata tanto da impedire di vivere l’essenziale proprio nel momento in cui Gesù è presente nella sua casa. È legittima la sua preoccupazione, ma poi si trasforma in ansia, stato d’animo non conveniente quando si accoglie un amico. c. Relazionare il servizio all’ascolto. Il suo servizio di accoglienza è altamente positivo ma viene pregiudicato da questo stato ansioso con cui lo svolge.. L’evangelista fa intravedere al lettore che non c’è una contrapposizione tra la diaconia della tavola e quella della Parola, ma intende suggerire di relazionare il servizio all’ascolto. Per non aver relazionato l’atteggiamento spirituale del servizio a quello dell’ascolto Marta si sente abbandonata dalla sorella e invece, di dialogare con Maria, si lamenta con il Maestro. Intrappolata nella sua solitudine se la prende con Gesù che sembra essere indifferente al suo problema («Non ti importa affatto...») e con la sorella ((«che mi ha lasciata solo a servire»). Nella sua risposta Gesù non la rimprovera, né la critica, ma cerca di aiutare Marta a recuperare ciò che è essenziale in questo momento: l’ascolto del maestro. La invita a scegliere quella parte unica e prioritaria che Maria ha spontaneamente assunto. L’episodio ci invita a considerare un pericolo sempre ricorrente nella vita dei cristiani: gli affanni, l’ansia l’iperattivismo possono isolarci dalla comunione con Cristo e la comunità. Il pericolo è tanto più subdolo perché spesso le preoccupazioni materiali svolte con ansia le riteniamo una forma di servizio. Quel che preme a Luca è che nelle nostre comunità non sia trascurata la priorità da dare alla Parola di Dio e al suo ascolto. Prima di servire gli altri, i parenti, la comunità ecclesiale è necessario essere serviti dal Cristo con la sua Parola di grazia. Così immersi nelle faccende quotidiane dimentichiamo come Marta che il Signore desidera prendersi cura di noi.. È necessario, invece, porre in Gesù e in Dio tutte le nostre preoccupazioni. 4) Per un confronto personale • Sai relazionare il servizio all’ascolto della Parola di Gesù? Oppure ti lasci prendere solo dall’ansia per le molteplici cose da fare? • Hai compreso che prima di servire devi accettare di essere servito dal Cristo? Sei consapevole che il tuo servizio diventa divino solo quando avrai per primo accolto Cristo e la sua parola? 5) Preghiera finale Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie. (Sal 138) |