Omelia (01-10-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Ne 8,10-12 Dalla Parola del giorno Neemia disse al popolo: "Andate, mangiate carni grasse, bevete vino dolce e mandatene porzioni a chi non ne ha, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro. Non vi rattristate perché la gioia del Signore è la nostra forza Come vivere questa Parola? Neemia, nel suo scritto sacro, narra il fatto che la festa agricola del raccolto viene trasformata in un momento assembleare all’insegna della fedeltà di Dio e della sua gioia. Esdra, lo scriba, porta il libro della legge di Mosè nella piazza del tempio. Lo apre sovrastante tutta l’assemblea e benedice Dio, l’Altissimo a nome di tutti. Il popolo in atteggiamento di grande venerazione, esprime il proprio consenso, rispondendo Amen, Amen. Ecco: è in questa atmosfera di piena apertura a Dio che Neemia, Esdra e i leviti, cioè le guide religiose e politiche unite dalla viva partecipazione al culto, esortano il popolo a uscire da qualsiasi atteggiamento di tristezza per vivere, anzi, un momento di gioia: quella gioia che ravviva e fortifica il cuore dell’uomo. È proprio questo che vale la pena di fare nostro nella pausa contemplativa. Signore, la vita ha le sue fatiche e le sue durezze, a volte. Ma c’è un segreto non solo per sopportarle, ma per trasformarle in occasione di crescita spirituale. Ed è la GIOIA che viene da te. Essa viene in noi come un fiotto d’acqua viva, se al Signore crediamo con fede che diventa respiro di fiducia trasformata in atteggiamento di amore. Dio della mia gioia e del mio canto. Non permettere mai che mi attardi in ripiegamenti su di me, in ‘trappole’ di scoraggiamento e tristezza. La voce di un grande papa La gioia che scaturisce dalla grazia divina non è un'allegria superficiale ed effimera. E' una gioia profonda, radicata nel cuore e capace di pervadere l'intera esistenza del credente. Una gioia che può convivere con le difficoltà, con le prove, addirittura - per quanto ciò possa sembrare paradossale - con il dolore e la morte. È la gioia del Natale e della Pasqua, dono del Figlio di Dio incarnato, morto e risorto; una gioia che nessuno può togliere a quanti sono uniti a Lui nella fede e nelle opere. Giovanni Paolo II |