Omelia (11-10-2009)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
"Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!"

Come vivere questa Parola?
Un’espressione estremamente dura, e non solo agli orecchi dei discepoli che reagiscono manifestando chiaramente la loro perplessità. Se presa sul serio, non può lasciare indifferenti neppure noi, uomini del ventunesimo secolo, che abbiamo fatto del benessere una norma imprescindibile.
Nessuno nega che a tutti si debba riconoscere il diritto ad una vita dignitosa. Ma sta di fatto che spesso non è il necessario e neppure soltanto l’utile che si cerca di perseguire, ma il superfluo anche se a pagarne le spese sono poi i meno abbienti, i poveri sulla cui fame si specula, magari senza rifletterci, seguendo l’andazzo comune.
Ma come cristiani non possiamo concederci il lusso di vivere come "lo struzzo" che nasconde il capo per non vedere. Questa parola ci interpella in prima persona, obbligandoci a rivedere le nostre "ricchezze" e il rischio che esse diventino un ostacolo serio per il nostro incontro con Dio.
Tutti ne abbiamo. Magari non di ordine economico. E tutti corriamo il rischio di lasciarci da esse irretire così da perdere di vista l’essenziale, cioè quella relazione di amore con Dio che comporta l’apertura a lui e al fratello.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a individuare le "ricchezze" che mi impediscono un’apertura totale a Dio e chiederò al Signore che mi aiuti a trasformarle da ostacolo a scala, mettendole a servizio degli altri o, se necessario, liberandomene.

Non permettere, Signore, che, come il giovane ricco, io mi lasci sopraffare dalle ricchezze, chiudendo il cuore a te e ai fratelli. Donami il coraggio della libertà che mi viene dall’abbracciare con gioia la mia realtà creaturale, segnata da ricchezza e povertà.

La voce di una beata
Quando le cose si impadroniscono di noi, diventiamo molto poveri. Dobbiamo liberarci dalle cose per essere pieni di Dio.
Madre Teresa di Calcutta