Omelia (13-10-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Rm 1,16 Dalla Parola del giorno "Io non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede." Come vivere questa Parola? Secondo Paolo, il vangelo non può essere messo a confronto con altre religioni o visioni della vita e del mondo, anzi tutte queste le mette in discussione! Sì, perché il vangelo di cui Paolo non si vergogna è Cristo stesso: Cristo crocifisso e risorto. È questa la potenza di Dio, che diventa salvezza per chi crede. Sì, poiché il ‘totalmente altrò, Dio che viveva in una luce inaccessibile, l'infinitamente Santo, il Creatore, si è rivelato in Gesù. La sua onnipotenza è onnipotenza per la salvezza. Credere, è vivere questa certezza. Ed è nella forza dello Spirito Santo che noi rispondiamo alla fedeltà di Dio che in Cristo Gesù ci libera dalla più grossa schiavitù: il peccato. È così che, in forza della fede, vivendo di essa, diveniamo ‘giusti', cioè buoni, in armonia con Dio, con noi stessi, con tutti, con tutto: santi. Fuori di questo vangelo vi è solo stoltezza: chi non crede che il Dio inaccessibile si è reso presente e prossimo in Gesù Cristo vaneggia nei suoi ragionamenti, dice Paolo, fino a scambiare "la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile...", fino a cambiare "la verità di Dio con la menzogna..." venerando e adorando la creatura al posto del Creatore. Quanto è vera oggi questa realtà! Quanto corriamo il rischio di assuefarci a questa tendenza socioculturale del superman, della moda atea e gnostica. Oggi nel rientro al cuore, cerco un posticino tranquillo e silenzioso, scendo dalla mente al cuore e mi situo davanti a Dio: egli è il Creatore io la creatura, la sua onnipotenza è onnipotenza d'amore! Prego con l'acclamazione al Salmo responsoriale di oggi: Gloria a te, Signore, per la potenza del tuo vangelo. La voce di un grande teologo Dio incomprensibile, avventura dell'amore! Noi abbiamo pensato che l'uomo miserabile potesse essere solo un abbozzo primitivo, mal riuscito del superuomo, che deve ancora venire, perché è duro per noi tollerarci così come siamo... E non abbiamo torto, perché è difficile sopportare l'uomo, che sbaglia continuamente e cade da un estremo all'altro. Eppure lui... è venuto nella sua creatura, nell'uomo. Si è insinuato in tutti i limiti di questa creatura... K. Rahner |