Omelia (11-10-2009)
padre Mimmo Castiglione
Per quel qualcosa in più!

Troppo pesante il bagaglio.
Ed il passo sempre più lento, libero non scorre!
Mi preceda il tuo aiuto, Signore. M'accompagni il tuo sostegno.
Ch'io non mi stanchi, e scoraggiandomi mi fermi senz'andar più avanti!
E non mi demoralizzi, e bloccandomi dinnanzi al rifiuto di chi s'oppone, ceda.
Asciuga lacrime, il viso, o mio Pastore! O Padre buono, annienta il disonore.
E dal cuore allontana la tribolazione e la morte di me precario!
Sapienza eterna, inquietami,
insegnami a contare il tempo, per acquistar discernimento,
e sazio per aver compreso, più non temere i giorni d'afflizione.
Sperando pace un giorno, il tuo ritorno.


Nei pressi della chiesa dove alla fede son nato,
incontro spesso una signora.
Borbotta quasi sempre, oppure sorride. Non chiede!
Vestita strana, a volte come una bambola, e a volte come una stracciona.
Accanto a lei una carrozzella piena di borse, di coperte e cartoni.
È tutto quel che ha, e se gli vien pesante
molla tutto in un vicolo o in una cappella, e corre!
Certa che nessuno la deruba, manco i cammelli!
A proposito, tanti di loro aspettano il miracolo!
Ma quando si è nell'agio, si sa,
inconsapevoli della propria gobba, non si comprende!


Gesù esce per la strada, e un uomo ricco gli corre incontro.
Riconoscendo che solo Dio è buono, inginocchiato davanti a Gesù.
Libero di esprimersi! Praticante. Sincero.
Gli pone la domanda: che cosa deve fare?!
Ed il Maestro lo accoglie in simpatia, e risponde.
Ed il tale ancora ribatte, perseverando nella sua richiesta.
Ed il Signore allora lo invita ad andargli dietro, per essere felice!
Ma prima è necessario alleggerirsi, vendendo i suoi beni,
mettendoli al sicuro offrendoli ai poveri! Ed avviarsi così alla sua sequela.
Insoddisfatto ed inquieto, anche se provvisto,
gli mancava proprio quel qualcosa in più!
Ma quanto la ricchezza diventa ostacolo, una prigione,
che impedisce d'andare incontro alle proprie buone e belle aspirazioni?!
Ed è rifiuto! Tristezza. Inadempienza: rendere culto a Dio senza servire l'altro.
Come anche fare opere buone per sé: idolatria!
Che non ti fa incontrare Dio e t'impedisce d'entrare nel regno del Signore,
e camminar con lui appartenendogli.
Dio t'arricchisce moltiplicando il bene, se a Lui t'affidi e t'abbandoni.
Dio centuplica, tranne la sua paternità, che esiste sempre buona,
ed è tanta, e mai diminuisce, anche per chi vuole rimanere orfano ed è ribelle.

Domenica scorsa si trattava d'appartenersi fedelmente l'un l'altro,
per chi si sposa.
Oggi la questione riguarda il discepolo,
che dev'essere pronto sempre a seguir con dedizione il Maestro.
E non chiedere consenso riguardo i propri pensieri ed il proprio percorso religioso!

Mi ascolto.
Questa libertà, io, l'ho mai vissuta?
Corro incontro per urgenza di vedere, o per paura di smarrire.
Cammino piano, invece, per non perdere il controllo del mio corpo
e dei miei movimenti, per non far apparire il mio disagio.
Chi corre ha bisogno! Bisogno sì, di quel qualcosa in più, che manca,
e per ottenerlo ci si gioca tutta l'esistenza.


Gesù lo fissa e l'ama, guardandolo comincia a volergli bene,
spontaneamente e non per bisogno, ed è caso raro!
Sentimento immediato non previsto, non calcolato.
Gesù lo fissa come noi fissiamo l'altro quando l'amiamo,
e interessati diamo valore a chi ci sta dinnanzi.
E fa la proposta, chiedendogli di spogliarsi per vestire altri! Propone la generosità.
Il risultato dell'operazione? Un povero in più nel mondo!
Ma con il dono grande della sequela.
Dare agli altri è condizione essenziale per potere diventare discepoli di Gesù!

Non si disprezzano dunque i beni terreni che son da condividere.
Ciò che bisogna evitare è rimanerne schiavi!
Sottrarsi al pensiero di pagare Dio per ottenere vita eterna!

Tutte le speranze e gli ideali, l'entusiasmo nel voler fare, lo zelo
riposti in quella domanda dell'uomo sincero.
Gesù gli propone di vendere, con quello sguardo che prevede vita insieme!
Idoneo a coinvolgersi, per sopportare lo stesso Suo destino, l'identico rifiuto.
Chissà che esperienza! Se l'è scordata più?
E chissà che rimpianti! I suoi tormenti? Lui che ha veramente capito!
Il suo rimorso per aver detto: No!
E con l'amarezza e l'insoddisfazione, anche la delusione,
perché Gesù richiede un'altra cosa.
E la tristezza per aver scelto altro. Ed il dolore per il conflitto
per ciò che ora possiede e non si vorrebbe avere più!

Mi ascolto.
È troppo rimetterci tutto! Non mi conviene!
Ridurmi ancora una volta alla condizione di moribondo,
spogliato d'ogni certezza, sul lastrico,
condividendo la mia condizione umana con i poveri con cui sono in guerra!
Esser sapienti? Discernere misurando il tempo:
il treno che passa, e non ritorna più!


Questo discepolo mancato ha compreso, eccome, eppure molto bene!
E noi dovremmo essergli riconoscenti se abbiamo detto: Sì!
E ringraziare grati per esser stati salvati, senza ricambio e senza aver pagato,
ma solo in nome di tanta grande immensa gratuità.

PREGHIERA

Gesù Maestro, con Pietro chiedo:
Ed io che t'ho seguito? Che me ne viene?
Poco ho lasciato, niente ho venduto e tanto mi è stato regalato.
Mi ritrovo ricco e più di prima: d'affetti, di cose, e tanto orgoglio!
Oh, è proprio vero! È lasciando che si riceve!
Cosa mi dici, o Signore?
Rivendo tutto per seguirti ancora, con rinnovato ardore?


Un saluto a quanti mi stanno a cuore,
e che dall'ascolto dell'uomo ricco ,
hanno maturato la loro scelta vocazionale.
È proprio vero, siam tutti discendenti
dell'uomo del diniego, che triste ha detto: No!