Omelia (25-12-1999) |
mons. Antonio Riboldi |
Buon Natale 1999 Mi affretto, come gli Angeli verso i Pastori, che vigilavano il gregge nella notte, a formulare i miei auguri con le stesse loro parole: "GLORIA A DIO NEL PIU' ALTO DEI CIELI E PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE DIO AMA". E' da tanto tempo orami che ci troviamo ogni settimana a riflettere sulla nostra vita, sul mondo in cui siamo immersi e che a volte tanto ci fa male, nella storia che viviamo, sempre alla luce di quella PAROLA di DIO che è GESU' CRISTO. Una Parola che non tradisce, ma conforta sempre ed è davvero "lampada ai nostri passi". Quest'anno celebriamo il 2000° anniversario dalla nascita di Gesù, Figlio che Dio ha dato a noi uomini per mezzo di Maria SS. ma, Sua Madre. Un dono che non è "un oggetto", come sono i nostri doni natalizi, ma è "lo stesso Suo Figlio", perché, incarnandosi nella nostra tormentata storia di uomini, senza speranza, senza Dio, potessimo ridiventare quello che eravamo quando fummo creati, ossia chiamati come figli ad essere partecipi della felicità infinita, come figli del Padre. Ma allora come oggi, per ignoranza, direbbe Gesù dalla croce, scegliamo altri "padri", che non possono che creare lo scompiglio e l'infelicità che sembra inondare la cronaca di ogni giorno. Ed è bello vedere come Dio non fa' chiasso nel venire tra di noi: ma viene quasi in punta di piedi. Lui "vero padrone e significato" di tutto, non si fa catturare da ciò che ha creato, ma esercita la sua signoria con il nascere povero nella maniera più povera e ignorata, in una grotta. L'amore del resto non è mai chiasso: è come un alito che dà vita, rispetta, dà meravigliosa libertà nell'accogliere l'amore e dire "sì". Non solo, ma quella povertà rende Dio così vicino a ciascuno di noi, in modo da non incutere quei timori o quelle distanze che sanno creare i "potenti". Il povero si trova subito come a casa sua vicino ad un altro che è povero o si fa povero per amore. Diventa subito amico e condividono tutto: non solo, ma la loro compagnia ridà senso alla vita. Se poi "questo povero" nella "Grotta di Betlemme, è il Figlio di Dio, allora ci si sente come sollevati alla sua stessa dignità, ci si sente un'altra persona, la vera, figli del Padre. Ma la povertà di Betlemme, scelta da Dio per stare vicino a noi, viene subito illuminata dal Cielo con il canto degli Angeli: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama". Quest'anno, poi, questo compleanno di Gesù, 2000 anni dalla sua nascita, viene dalla Chiesa celebrato con il grande Giubileo: ossia la proposta di una gioia tutta fondata sul Dio che ancora una volta in modo straordinario si fa incontro a noi, pronto a cancellare colpe e pene e farci varcare quella Porta Santa, al di là della quale vi è davvero un futuro di uomini, che finalmente gustano "la pace", la pace di essere amati e di amare. Siamo stanchi di fare analisi ed elencare i quotidiani drammi di ogni giorno: come se la storia assomigliasse ad un orologio che marca non i suoi minuti ma i dolori della umanità, che sono tanti sotto il cielo. L'unica verità che dà senso a quell'orologio è la certezza che tra di noi, dal giorno del Natale, Dio è silenziosamente, ma non troppo, tra di noi, a cercare di scrivere la nostra storia con la sua mano nelle nostre mani. E quante volte ha dovuto raddrizzare le nostre righe storte! A voi, miei carissimi amici, auguro veramente un buon Natale, che sia la gioia di passare la Porta Santa e conoscere il Cuore di Dio che batte vicino al nostro così povero, ma bisognoso di amore, di tanto amore e compassione, che solo Dio sa dare. Voglio pregare con Paolo VI: "Tu sei necessario o Gesù Redentore, per scoprire la nostra miseria e guarirla: per avere il concetto del bene e del male e la speranza della santità, per deplorare i nostri peccati e per avere perdono. Tu ci sei necessario, o fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della fraternità degli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace. Tu ci sei necessario, o Cristo, o Dio-con-noi, per imparare l'amore vero e per camminare nella gioia e nella forza della tua carità, lungo il cammino faticoso della nostra vita". Auguri, carissimi miei amici! Buon Natale. Se potessi vorrei potere stringere la mano a ciascuno di voi, darvi un abbraccio: ma ve lo do di cuore e nella preghiera. Ritroviamoci tutti in questo Anno di Grazia nella Capanna di Dio, capaci, per Sua Grazia, di passare quella porta santa e così entrare nella luce che dà vita. Senza la luce muore tutto nella natura e nel cuore. E noi vogliamo vivere come un giardino in fiore. |