Omelia (18-10-2009)
padre Ermes Ronchi
Un Dio venuto per servire l'uomo

Vangelo dei paradossi perenni, della più sorprendente auto­definizione di Gesù: «venuto per servire». Tutto nasce dal fatto che Giovanni il teologo, l'aquila, il mistico, il disce­polo amato, chiede di essere al primo posto: la ricerca del primo posto è una passione così forte che penetra e av­volge il cuore di tutti. Pericolosamente: «Non sapete quel­lo che chiedete!». Non avete capito ancora a cosa andate incontro, quali argine rom­pete con questa domanda, che cosa scatenate con que­sta fame di potere.
Per il Vangelo, invece, essere alla destra e alla sinistra di Cristo, vuol dire occupare due posti sul Golgota, quell'ultimo venerdì; vuol dire es­sere con Gesù lungo tutta la sua vita, quando è voce di Dio e bocca dei poveri, e fa dei piccoli i principi del suo Regno, quando è disarmato amore. Stare a destra e a sinistra di questa vita vuol di­re bere alla coppa di chi ama per primo, ama in perdita, a­ma senza contare e calcola­re. Con Gesù, tutto ciò che sappiamo dell'amore / è che l'amore è tutto (E.Dickinson). «Sono venuto per essere servo». La più spiazzante di tutte le definizioni di Dio. Parole da vertigine: Dio mio servitore! Dio non tiene il mon­do ai suoi piedi, è inginocchiato Lui ai piedi delle sue creature. I grandi della storia erigono troni al proprio ego smisurato, Dio non ha troni, cinge un asciugamano e vorrebbe fasciare le ferite della terra con bende di luce.
Non cercarlo al di sopra dei cieli è disceso e si dirama nel­le vene del mondo, non sopra di te ma in basso, il più vicino possibile alla tua picco­lezza. Perché essere sopra l'altro è la massima distanza dall'altro. L'Onnipotente può solo ciò che l'amore può: ser­vire ogni respiro, invece di mietere le nostre povere messi seminare ancora ad o­gni stagione. Capovolgimento, punto di rottura dei vecchi pensieri su Dio e sull'uomo. Appare un tutt'altro mo­do di essere da cui germina la parola di Gesù: «Tra voi non sia così!». Tra voi cose di cielo! Tra voi un altro mondo! Tra voi una storia altra, un al­tro cuore! E farai così, perché così fa Dio.
Ma io tremo se penso alla brocca e all'asciugamano. È così duro servire ogni giorno, custodire germogli, vegliare sui primi passi della luce, benedire ciò che nasce. Il cuore è subito stanco. Non resta che lasciarsi abitare da lui, irradiare di vangelo. Se Dio è nostro servitore, servizio è il nome nuovo della storia, il nome segreto della civiltà.