Omelia (25-10-2009)
don Remigio Menegatti
Grandi cose ha fatto il Signore per noi

PREGHIERA DI COLLETTA
O Dio, luce ai ciechi e gioia ai tribolati, che nel tuo Figlio unigenito ci hai dato il sacerdote giusto e compassionevole verso coloro che gemono nella oppressione e nel pianto, ascolta il grido della nostra preghiera: fa' che tutti gli uomini riconoscano in lui la tenerezza del tuo amore di Padre e si mettano in cammino verso di te. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Nel tuo Figlio unigenito ci hai dato il sacerdote giusto e compassionevole
"Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d'Israele. Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente". Chi torna dalla deportazione a Babilonia si sente amato da Dio, oggetto della sua compassione. Su questa liberazione trova forza la fiducia che apre alla fede, con cui poter invocare, così come ha fatto il cieco: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!» Riconoscendo in Gesù di Nazaret la piena manifestazione della tenerezza di Dio, sempre all'opera a favore dei suoi figli.
Con quanta fiducia e fede invoco la liberazione che Dio mi offre? Solo per la salute del corpo o anche per la salvezza della vita?

Fa' che tutti gli uomini riconoscano in lui la tenerezza del tuo amore di Padre
Io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito. L'idea di Dio che ama come un padre-madre è presente anche prima che Gesù si presenti come "Figlio di Dio"; già la prima alleanza sottolinea questo dono-legame tra Dio e il suo popolo.
Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me! il cieco compie il primo passo quando invoca Gesù come discendente di Davide, destinatario della promessa di Dio, manifestazione del suo amore
Chiamarono il cieco, dicendogli: Coraggio! Àlzati, ti chiama! La comunità cedente accompagna e incoraggia il singolo fedele che si pone alla ricerca di Dio, fino a portarlo ad una invocazione sempre più ricca di fede: Rabbunì, che io veda di nuovo! Invocazione in cui Gesù è riconosciuto come maestro - rabbino, colui che insegna la strada della vita.
Nella mia sensazione di credente cosa prevale: la paura del peccato, il timore dei castighi di Dio, oppure la gioia di sentirmi amato, l'esperienza concreta e stabile della sua tenerezza?

Si mettano in cammino verso di te
Li ricondurrò a fiumi ricchi d'acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno. Il ritorno dall'esilio a Babilonia, e prima ancora l'esodo dall'Egitto, è modello di ogni cammino di fede: ha come meta una comunione più vera con il Signore, che facilita questo desiderio dell'uomo.
Sedeva lungo la strada a mendicare. Questa situazione fisica del cieco è parabola dell'uomo non ancora discepolo del Cristo: sta fermo e mendica l'aiuto di altri; è povero e incapace di andare verso la vera felicità.
Subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. Quando scopre Gesù e la sua potenza - facendone esperienza nella guarigione - l'uomo che era cieco diventa discepolo. Non è più sul ciglio della strada ma si è alzato e cammina; ha una meta perché il suo obiettivo è seguire il Maestro che lo ha liberato dall'oscurità. Gesù stesso conferma questa nuova vita: Va', la tua fede ti ha salvato era cieco, ora è credente
Quali passi concreti sto compiendo per essere un discepolo del Messia che mi ha liberato dal buio del peccato? Alimento la mia ricerca grazie all'ascolto della Parola di Dio?

PREGHIERA CONCLUSIVA
Padre, riconosciamo e lodiamo la grande tenerezza che manifesti nel tuo Figlio. Lui manifesta la tua bontà perché guarendo gli occhi della nostra anima ci apre ad accogliere quella luce nella quale anche noi ci riconosciamo come tuoi figli e insieme con lui, il tuo primogenito, e con le sue parole possiamo invocarti come Padre nostro che sei nei cieli...

In questo mese la preghiera di colletta ci ha insegnato a invocare il Padre come colui che:
- ha creato l'uomo e la donna
- scruta i sentimenti e i pensieri dell'uomo
- è Dio della pace e del perdono
- è luce ai ciechi e gioia ai tribolati