Omelia (30-01-2000) |
mons. Antonio Riboldi |
Il valore della Parola Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che inizia la sua missione di Messia, mandato dal Padre a procurare la nostra salvezza: e nello stesso tempo, in modo che a noi uomini è sorprendente, al punto da non riuscire ancora oggi a coglierne tutta la meraviglia divina, è PAROLA, che rivela la natura del Padre. E' davvero grande questo dono: ossia il fatto che si possa conoscere CHI E' NOSTRO PAPA'. ConoscerLo è entrare nel profondo della meraviglia celeste che è la vita di Dio, in tutta la sua dimensione. Non solo ma conoscerLo è partecipare a ciò che Lui è. L'evangelista Giovanni quando parla di Gesù, lo definisce PAROLA. Una parola che non può mai essere rumore senza contenuto; o vuoto di verità e di amore. E' sempre amore, verità, conoscenza. "In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste" (Gv.1,1-4). Nell'Ultima Cena, quando "aveva amato i Suoi li amo sino alla fine" disse loro tra le altre parole: "Vi chiamo amici perché vi ho fatto conoscere tutto ciò che il Padre mi ha rivelato". In altre parole, Gesù chiamava amicizia essere partecipe di quello che il Padre è; ossia entrare nella Sua vita. Del resto noi quando iniziamo una amicizia, quella vera, con la "A" maiuscola, tanto difficile oggi, ma meraviglioso dono, la prima cosa che facciamo è quello di fare entrare l'amico nel segreto della nostra vita, là dove nessuno entra se non per partecipare. E così la parola diventa un dono di sé all'altro. Così descrive l'inizio della missione di Gesù: "A Cafarnao, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi...Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!" Così la sua fama si diffuse subito ovunque nei dintorni della Galilea" (Mc.1,21-28). Quella dottrina nuova con autorità è lì da duemila anni sotto gli occhi di tutti nel Vangelo. "Lampada ai miei passi" la chiama la Scrittura. E di tutte le parole dette da Gesù, del suo insegnamento, non è cambiata neppure una virgola. Per la semplice ragione che Gesù è il Signore ieri, oggi, sempre. E la VERITA' rimane sempre la stessa. C'è una bella differenza, carissimi amici, tra le nostre parole – e ne diciamo tante, troppe, – i nostri insegnamenti e quelle di Gesù. Non fermiamoci neppure un istante sul "parlare per parlare", ossia sul vuoto delle parole che arrivano da tante parti e costruiscono il nulla. Due amici – è veramente accaduto – un giorno fanno una passeggiata insieme per le vie cittadine. Uno di loro non sapeva trattenere la voglia di conversare: l'altro era piuttosto silenzioso e distratto. Alla fine della passeggiata il primo chiede: "E allora, che ne dici di tutto?" Il secondo: "Di che si tratta?" Incredibile, ma in due ore uno aveva parlato senza essere ascoltato, l'altro chissà a che pensava o a chi internamente parlava. Voglio invece sottolineare la frase del Vangelo: "Insegnava con autorità". Ossia quanto Gesù affermava conteneva aveva la forza della verità che allarga gli orizzonti del cuore ed erano guida sicura nelle scelte della vita. E l'uomo ha bisogno di tutto questo. La stessa "autorità"' dovrebbe averlo l'insegnamento dei genitori verso i figli. Ma le parole di papà e mamma, suscitano la stessa meraviglia che suscitava Gesù nei figli, o quanto dicono tante volte è deviante per il cammino verso la verità e quindi verso Dio? Mi ha sempre impressionato l'affermazione che tra di noi, in tutti i tempi si sono affacciati "cattivi maestri". Pensiamo al filosofo Marx che ha influito negativo sulla nostra storia e drammaticamente. Pensiamo ad Hitler e alla sua dottrina sulla purezza della razza ariana che portò all'olocausto di sei milioni di ebrei nei campi di concentramento. Personalmente ricordo ciò che mi dicevano figli ex-terroristi nell'incontrarli nelle carceri: "Siamo stati vittime dei cattivi maestri che ora siedono comodamente in posti di responsabilità". L'insegnamento di Gesù non ha mai tradito alcuno. Anzi, i Santi, i Beati, i buoni cristiani sono "figli" della sua Parola. E Dio sa come tutti noi vorremmo trovare qualcuno che, soprattutto in alcuni momenti della vita, ci fosse amico e ci dicesse parole vere, autorevoli! |