Omelia (01-11-2009) |
don Roberto Rossi |
La festa degli uomini buoni I primi giorni del mese di novembre sono nella nostra memoria legati al ricordo dei nostri defunti e alla visita ai cimiteri. Ma facilmente dimentichiamo che la commemorazione che facciamo dei nostri morti è preceduta dalla festa di Tutti i Santi. Siamo - per una singolare coincidenza - invitati prima a pensare alla santità dei Santi, e poi alla morte dei nostri cari. Certo quando parliamo di santità pensiamo subito ai santi che sono in cielo e che sono venerati sugli altari, per cui spesso la santità ci appare come un ideale difficile da raggiungere e quindi destinato a pochi campioni di vita cristiana. Per questo la festa di Tutti i Santi subito richiama alla nostra mente il cielo e la gloria beata, realtà nelle quali noi li collochiamo. I Santi sono quelli che vivono beati nel cielo di Dio. E così dimentichiamo che la festa di tutti Santi è in realtà la festa grande di una grande famiglia: quella dei figli di Dio, che coinvolge e unisce il cielo e la terra in una grande gioia. Infatti la festa dei "santi" è la festa di tutti gli uomini 'buoni'; quelli che sono stati buoni nella loro vita e oggi non sono più tra noi, essendo in cielo, ma anche quelli che vivono oggi, tra noi e con noi, da uomini buoni. I santi sono gli uomini buoni, sono gli uomini che vivono dell'unica bontà di Dio. Sono gli uomini che si sforzano di vivere le beatitudini evangeliche, così come ci ricorda il vangelo: i poveri in spirito, coloro che si comportano e che parlano con amore, coloro che agiscono con misericordia e con pietà, coloro che promuovono la pace e non la discordia, la comunione e non la divisione, coloro che sono affamati e assetati di giustizia. Sono gli uomini che per questo loro modo di agire, di pensare e di vivere sono disposti a patire oltraggi, sofferenze e persecuzioni. Questi uomini buoni sono una schiera. Magari non sono conosciuti, perché non fanno notizia sui giornali, ma sono tanti. La festa di tutti i Santi è anche la loro festa, la festa dei santi in cammino verso il cielo. E questi uomini buoni sono quelli che nel loro modo di vivere mettono in evidenza una delle qualità che oggi gli uomini sembrano trascurare di più: la bontà, quella bontà che è il sale della terra e la luce del mondo. La bontà è oggi una merce rara, una merce in ribasso, senza valore. Però è l'unica che rimane, è quella che alla fine si impone. Noi spesso siamo attratti dagli uomini che esercitano un grande potere, o che hanno un grande successo nella vita, o che sono molto intelligenti, ma a un certo momento la bontà è quella cosa che in fondo noi tutti ammiriamo e cerchiamo. E' l'unica che rimane. Così il giorno dopo, il 2 novembre, il giorno del ricordo dei nostri morti, quando andremo al cimitero non ricorderemo i difetti o limiti dei nostri cari (per questi invochiamo misericordia e perdono), bensì la loro bontà: le cose buone che hanno fatto, le parole buone che hanno detto o gli insegnamenti buoni che ci hanno lasciato. Tra le memorie dei nostri morti quello che veramente non si cancella, che non viene dimenticato è proprio la bontà. E' la loro bontà che li ha fatti partecipare alla Pasqua eterna del Cristo e alla beatitudine senza fine, destinata agli amici fedeli del Signore. |