Omelia (12-03-2000) |
mons. Antonio Riboldi |
La Quaresima, tempo di riconciliazione E' una esclamazione che si coglie facilmente sulla bocca di tanti, oggi: "Così non si può più andare avanti! Non se ne può più! Bisogna in qualche modo cambiare". E' un senso di delusione, o di sbigottimento di fronte a situazioni insostenibili in famiglia, in società, ovunque. E' come se l'uomo avesse alzato le mani in segno di resa di fronte ad un mondo frantumato che, così, non può sopravvivere. "Come gli altri sguardi, – scrive il Santo Padre nella sua esortazione "Riconciliazione e penitenza" – anche quello del pastore scorge fra diverse caratteristiche del mondo e dell'umanità del nostro tempo, l'esistenza di numerose, profonde e dolorose lacerazioni. Queste divisioni si manifestano nei rapporti fra le persone e fra i gruppi: nazioni contro nazioni e blocchi di paesi contrapposti in una affannosa ricerca di egemonia... La potenza travolgente di questa divisione fa del mondo in cui viviamo un mondo frantumato fin nelle sue fondamenta". Ed è vero, al punto che tutti sentiamo le lacerazioni non più e solo fuori di noi o attorno a noi, ma dentro di noi. Vorremmo uscirne tutti e non sappiamo come. Vorremmo gridare "pace" ma non sappiamo quale orecchio è pronto ad ascoltarci. Vorremmo tendere le mani verso gli altri e ci pare che tutte sfuggano come non avessero più fiducia o fossero presi da paura. E ci suonano come lieto annuncio le parole che Dio rivolge a Noè e oggi a noi: "Questo è il segno della mia alleanza che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne. Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell'alleanza fra me e la terra" (Gn 9, 12-13). E' bello anche solo sentire che "la mano di Dio" si stende su di noi tutti come un arcobaleno che unisce cielo e terra: un'amicizia offerta, una riconciliazione donata. Sappiamo che "la mano di Dio" veramente è tesa verso di noi in Gesù morto per noi; forse non sappiamo vederla, non osiamo tendere la nostra, non abbiamo il coraggio, forse, di affrontare una vita di amicizia con Dio e tra di noi. Eppure c'è nell'aria come una nostalgia di pace o di riconciliazione. La avvertiamo nelle tante assemblee che stanno veramente facendo crescere il Convegno della nostra chiesa italiana "Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini". "Perché non essere in pace tutti? Perché ancora volersi male? Perché questo vivere in un clima di freddezza gli uni verso gli altri, se non di ostilità?". Sono domande che si rincorrono, come a tessere l'arcobaleno dell'alleanza che Dio ci ha sicuramente offerto da tanto tempo. Sentiamo che di cose forse ne abbiamo troppe, ma quello che ci manca è proprio il bene sommo, "essere in pace con Dio e fra di noi". Così scrive sempre il Papa, nella stessa esortazione: "Lo stesso sguardo indagatore, se è sufficientemente acuto, coglie nel vivo della divisione un inconfondibile desiderio da parte degli uomini di buona volontà e dei veri cristiani di ricomporre le fratture, di rimarginare le lacerazioni, di instaurare a tutti i livelli un'essenziale unità. Tale desiderio comporta in molti una vera nostalgia di riconciliazione, pure se questa parola non è usata". Ma da dove incominciare? Cosa fare? La Quaresima che stiamo iniziando è proprio il tempo "sacro" della penitenza e quindi della riconciliazione. Bisogna avere il coraggio di mettersi ai piedi di Gesù, senza vergognarsi e nella preghiera più umile e confidente, dirGli, gridarGli: "Parla, o Signore, sono qui pronto ad ascoltarTi! Di' come fare perché io "cambi nella mente e nella vita". Guidami per i sentieri giusti della pace, Tu che sei la Verità, la Via, la Vita! Insegnaci ad amare, tu che ci hai detto: "Amatevi come io vi ho amati!". Mettici nel cuore la ricchezza della misericordia, verso chi ci ignora, o ci fa del male con la stessa grandezza che hai avuto Tu in croce, quando non potendo più dare le tue mani agli uomini che te le avevano inchiodate, con la poca voce che ti rimaneva ma con tutto il cuore che neppure la lancia è riuscito a piegare, hai pregato: "Padre perdona loro, non sanno quello che fanno!". Spazza via la grettezza e la morte della mia superbia e mettici l'immensità dell'amore che mi faccia capace di schiodare dalla croce tutti gli uomini che vi sono inchiodati dalle nostre malvagità!". Quaresima è tutto questo lavoro di preghiera, di ascolto fiducioso della parola di Dio, di vera penitenza interiore e di tanta carità. |