Omelia (04-11-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Luca 14,33 Dalla Parola del giorno "Chiunque non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo." Come vivere questa Parola? La prima reazione, leggendo questa affermazione di Gesù, è quella di tentare di edulcorarla, di ridurne la portata: Gesù parlava per gli apostoli, vale a dire per i sacerdoti e i religiosi, voleva solo richiamare l'attenzione sulla necessità di essere distaccati da quello che si possiede... e così via. È la subdola tentazione di ridurre il vangelo alla nostra statura di pigmei, mentre Dio ci vuole con le vele spiegate verso orizzonti sconfinati. Certo, una simile esigenza va contro ogni logica umana corrente: non si è sollecitati da ogni parte ad accrescere le proprie potenzialità con l'accumulo di "averi" di ogni genere? Se non hai questo e quello non sei niente - viene insinuato quotidianamente. E Gesù parla di "rinuncia", un termine ostico che si sarebbe tentati di rimuovere, e di "rinuncia agli averi", a "tutti gli averi". Ovviamente non viene richiesto che ci si riduca all'accattonaggio, tanto più se si è responsabili di una famiglia a cui si ha il dovere di provvedere il necessario. Ma sicuramente si sollecita qualcosa di più di un semplice "distacco", che rischia poi di essere solo nominale. Non si può essere discepoli di uno che si è radicalmente spogliato di tutto fino a condividere la nostra povertà esistenziale, fino a farsi "servo", e alimentare la cultura dell'accumulo a fronte di una crescente povertà. L'autodelimitazione è un dovere prioritario oggi. Un dovere che ricade su ogni cittadino di questa terra, ma a cui il cristiano è chiamato anche in forza del suo innesto in Cristo per il battesimo: quanto qualifica e definisce l'appartenenza a lui è questa assunzione dell'impegno a condurre una vita all'insegna della sobrietà, per una distribuzione delle risorse attenta alle necessità dei fratelli, e quindi all'insegna della carità. Nel mio rientro al cuore, lascerò risuonare in me l'invito di Gesù, senza tentare riduzioni indebite, ma disposto a trovare vie di realizzazione. Apri, Signore, le mie mani e il mio cuore alle necessità dei fratelli, così che quanti mi avvicinano possano percepire il tuo amore provvido di Padre ed io sia riconosciuto da Cristo quale suo discepolo. La voce di una nostra beata Quando le cose si impadroniscono di noi, diventiamo molto poveri. Dobbiamo liberarci dalle cose per essere pieni di Dio Madre Teresa di Calcutta |