Omelia (06-11-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno "Mi è stata data da parte di Dio la grazia per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un'offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo." Come vivere questa Parola? Paolo parla della sua missione apostolica assimilandola alla funzione cultuale. In effetti la Chiesa, come già l'antico Israele è un popolo consacrato al culto di Dio: è un popolo sacerdotale. Annunciare il vangelo, quindi, non è trasmettere una dottrina morale, limitarsi ad indicare un comportamento etico rispettoso delle norme, bensì abilitare a rendere grazie a Dio, a celebrare la liturgia della vita. Ovviamente ciò comporta una conoscenza sempre più intima e approfondita di Colui di cui si celebrano le lodi, e l'assunzione di uno stile di vita improntato all'oblazione di sé. S. Paolo stesso, nel delineare il programma di vita dei credenti si era introdotto con l'esortazione ad offrire se stessi quale sacrificio vivente, santo e gradito a Dio, puntualizzando che: "è questo il vostro culto spirituale" (12,1). Solo dopo, quasi ad esplicitare le modalità di questo culto, era sceso a delucidazioni pratiche: non conformatevi alla mentalità di questo tempo, abilitatevi a discernere la volontà di Dio, siate benevoli verso tutti. Non è il conseguimento di una giustizia intesa come semplice conformità alla norma, la meta del vivere cristiano, ma il divenire un'offerta gradita a Dio, sull'esempio di Gesù che, "entrando nel mondo dice: Tu non hai gradito né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato [...]. Allora ho detto:Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà" (Eb 10,5-7). Nel mio rientro al cuore, sosterò oggi a considerare l'impegno, legato al mio battesimo, di annunciare il vangelo perché la lode di Dio si estenda su tutta la terra. Rendimi, Signore, una lode vivente, un rendimento di grazie esteso ad abbracciare ogni istante della mia vita. La voce di un poeta O sommo poeta, mi sono seduto ai tuoi piedi. Voglio rendere semplice e schietta tutta la mia vita, come un flauto di canna che tu possa riempire di musica. Rabindranath Tagore |