Omelia (13-11-2009)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Luca 17,33

Dalla Parola del giorno
"Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà."

Come vivere questa Parola?
"Mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano...": Gesù biasima la noncuranza incosciente degli uomini superficiali asserragliati nelle loro false sicurezze, richiamando alla memoria dei suoi interlocutori due tristi pagine di storia biblica, ai tempi di Noè e di Lot quando il diluvio e il fuoco li "fece perire tutti". Il suo obiettivo è mettere in guardia i discepoli dal disimpegno e dalla spensieratezza che contraddistinguono "le brigate dei buontemponi", già bacchettate dal profeta Geremia (15,17)e più tardi da Amos: "Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria!"(6,1).
Cosa vuol dirci Gesù? Certamente non intende iniettare tristezza ansia o sfiducia. Tutt'altro! Il suo discorrere è in ordine alla vita e alla gioia, ammonendo in tal senso chi vive dimentico di Dio e totalmente assorbito dai beni materiali. Costui s'illude di afferrare, godere e possedere la sua vita. Ma così facendo, totalmente concentrato su di sé e sui suoi interessi, finisce per perderla, quando meno se lo aspetta.
Che fare dunque? Imparare a ‘perdere la propria vità che, come suggerisce l'apostolo Paolo, significa "rinnegare l'empietà e i desideri mondani e vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo" (Tt 2,12-13).

Oggi, nel mio rientro al cuore, chiedo al Signore di dilatare i miei orizzonti perché non siano circoscritti soltanto a ciò che vedo, che faccio e che possiedo, ma si aprano a Lui e ai beni eterni che ha preparato per me.

Con tutto il cuore ti cerco, Signore: non farmi deviare dalla via della vita.

Le parole di un mistico
In realtà l'atto d'amore perfetto consiste nell'essere disposto a fare ciò che fece Gesù: cioè a morire per Kadà, per me, per tutti. Sotto questa visuale, il Cielo è quel luogo dove ciascuno dei presenti dev'essere talmente "maturo all'amore", da offrire la sua vita per tutti gli altri. È l'amore perfetto, universale, radicale, senza ombra d'avversità, d'antipatia, di limite, colati in esso come nel fuoco.
Carlo Carretto