Omelia (15-11-2009) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
A leggere i passi delle Scritture di questa domenica dobbiamo confessare che siamo stati colti da una certa angoscia. Una sensazione che si rinnova fin da quando, bambini o ragazzi, sentivamo in queste parole quasi una minaccia. Ma se riflettiamo un poco sui testi appare chiaro che è la nostra natura debole, umana, di peccatori che ci fa aver paura, ci intimorisce. Le parole del profeta Daniele sono forse le più minacciose: si parla di angoscia, di vergogna, di infamia eterna. Ecco, il timore, la paura viene proprio dal fatto che ci sembra di non poter arrivare ad appartenere al popolo degli eletti, dei buoni. Certo che se dovessimo essere giudici di noi stessi, con un poco di onestà difficilmente saremmo in grado di assolverci e di premiarci. La nostra fortuna è che il giudizio lo emette Dio che, come annuncia il salmo, si propone come guida, come sostegno. Per tramutare la paura in gioia ed esultanza basta affidarsi al Signore. Come è difficile sentirsi amati dal Signore. Non perché il Signore non ce lo garantisca o non lo dichiari, ma perché siamo noi stessi a sentirci colpevoli, senza speranza, prima del Giudizio. Nel brano di Vangelo di Marco Gesù si limita ad annunciare la fine dei tempi, a svelare i segni che l'annunceranno e parla di "Raduno degli eletti". Pone solo una condizione: non conoscete il giorno né l'ora. Un'unica raccomandazione quindi, non vi fate trovare impreparati, per il resto le immagini di Daniele, molto più apocalittiche della stessa Apocalisse, rimangono sullo sfondo, folkloristiche, fatte di un linguaggio forse destinato ad altri tempi. Certo che noi siamo spaventati da queste immagini, ma... E nella coppia, cosa facciamo per prepararci, per essere pronti, in due a quel giorno e quell'ora che non conosciamo? E in famiglia? Il giudizio del Signore può essere messo in relazione con il giudizio di mia moglie o di mio marito? Oppure, mettiamola così: facciamo finta per un momento che il Signore abbia avuto molto da fare e non ci abbia seguito con troppa attenzione. A chi chiederà informazioni sul nostro conto? Non è logico pensare che chieda al marito per la moglie e alla moglie per il marito? Ma avere un buon giudizio dal coniuge è anche conquistare un giudizio positivo presso Dio. Potrebbe il Signore condannare un uomo o una donna che siano "raccomandati" dalla rispettiva moglie o marito?. Ci piace pensare che le "raccomandazioni" di questo tipo abbiano un senso. Amare il coniuge, aiutarlo, sostenerlo non è fare la volontà di Dio? Non è prepararsi giorno dopo giorno al momento che giungerà inaspettato? Non è difficile, basta amare; amare il coniuge, i figli, l'altro da noi e quel giorno e quell'ora non ci faranno più paura, le immagini di Daniele saranno quelle di un film già visto. Il difficile è affidarsi alla promessa di Gesù e al suo insegnamento: quella che ci manca è la fiducia. Eppure Gesù ha previsto anche questa nostra debolezza e ci ha detto esplicitamente di aver fiducia e stare pronti. Perché non farlo? Per la revisione di vita: - Abbiamo mai parlato in famiglia della fiducia nelle promesse di Gesù? - In sincerità, cosa ci aspettiamo dalla nostra vita senza tempo? - In che modo ci prepariamo in famiglia e in coppia ad affrontare il giudizio sulla nostra vita? Commento a cura di Gloria e Riccardo Revello |