Omelia (18-11-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno "Era vicino a Gerusalemme e i discepoli credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro". Come vivere questa Parola? Nel vangelo di oggi sentiamo la premura di Gesù di far capire ai discepoli che il suo regno non è di questo mondo e che egli dovrà subire la passione e la morte a Gerusalemme. Parecchie volte ha già parlato su questo argomento ma non riuscivano ad afferrare ciò che voleva dire. Quindi racconta una parabola per rendere più chiaro ciò che avverrà. Un uomo di nobile stirpe partì per una terra lontana per ricevere un titolo regale e poi ritornare. Chiamò i servi e consegnò a ciascuno una somma di oro, dicendo: "Fatela fruttare fino al mio ritorno". I servi si comportarono in modo diverso: chi non voleva aver niente a che fare con quel re, chi cercava di far fruttare la somma ricevuta, chi, pur conoscendo che il padrone era un uomo esigente, non faceva nessuno sforzo per far fruttare l'oro. Al ritorno del padrone, diventato re, i servi che hanno fedelmente gestito la somma che era stata loro consegnata sono premiati mentre la sentenza è severa contro chi non ha fatto nessun sforzo e chi non lo voleva come re. L'interpretazione della parabola è assai illuminante. Gesù è il padrone che va a Gerusalemme per soffrire la passione e la morte ed entrare nel suo regno. Infatti, è venuto per salvarci, per dare ad ogni persona la possibilità di accettare o rifiutare la vita nuova che incomincia con lui. Non accettare vuol dire scegliere contro Gesù mentre accettare significa unirsi a Gesù e far fruttare tutti i doni di natura e di grazia che abbiamo ricevuto per beneficare gli altri e per portare avanti il regno finché Gesù ritornerà. Nella mia pausa contemplativa, cerco di entrare nella tristezza di Gesù per Gerusalemme, che è tristezza per quanti non riconoscono il Suo essere Dono del Padre; ieri Gerusalemme, oggi il mio cuore, il tuo, il nostro... quando sono chiusi a riconoscere il Suo Volto presente in ogni fratello. Signore, aiutami a riconoscerti in ogni fratello e ad essere riconoscente per i doni ricevuti utilizzandoli sempre per la tua gloria e il bene di tutti. Un testimone di oggi Essere cristiano è rischiare per amore di Dio perché egli ha rischiato ed è morto per noi ... la misura della nostra fede è la misura del nostro rischio generoso e del nostro voler dare a Dio il tutto per tutti. Don Giuseppe Pollano |