Omelia (22-11-2009) |
padre Mimmo Castiglione |
Guardie del corpo, lunghezze d’onda ed occasioni perse! Interpellato è Pilato! S'attende risposta! Presa di posizione. Personale, e non per sentito dire. Cosa pensa? Da ciò che dice, dalla sua risposta dipenderà la decisione. Dal suo giudizio, la liberazione! E invece?! Gesù non si difende. Ancora chiede e si consegna. Al vituperio, al tradimento. Regalità misteriosa! Non è di questo mondo! E le insegne? Non è riconosciuto chi è arrivato: il Veniente! Non ha sudditi. Niente riverenze. Nessuno si sottomette. Parenti assenti. Solo dal Padre riceve onore, omaggi. Legittimato, ancora. È Re che ama, Lui sì sottomesso! Servendo verità, senza interessi personali. È la sua missione. Ed invita a fare altrettanto. Non è da temere il Maestro, non spodesta, non è Messia politico. Possiede un regno sì, ma non viene dal mondo! E non si capisce! Pilato lo comprende, ma non può far niente! Impedito, impaurito di perder la poltrona, il posto, il ruolo! Lui sa che è innocente ma non s'impone. La sua è autorità in seconda! E allora è necessario rivolgere lo sguardo altrove, in alto, alla nube, se si vuole cogliere un senso imperituro. Guardare poi a chi trafigge il cuore! Al Testimone fedele. Al contrario, in basso tutto è futile, precario e superficiale! Che pena non intendersi. Occasioni perse! E si rimane nella solitudine. A volte è come se si parlassero due lingue diverse. A volte è come se si parlasse di cose diverse. Diverse lunghezze d'onda! Non capirsi, che sofferenza! Soprattutto quando è importante ciò di cui si dice. Come nel dialogo tra Gesù ed il Governatore. Ma sarà poi vero che Pilato non intende? Se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori ... Solo! Nessuna guardia a del corpo! Debole come sempre, indifeso! Abbandono, diserzione, ingratitudine, viltà! Pilato s'aspettava d'incontrare un rivoluzionario pericoloso, alla testa (calda!) di un gruppo di ribelli nazionalisti antiromani. Si trova invece innanzi un uomo riflessivo e silenzioso, già sfinito per i patimenti subiti la notte prima. Nulla in confronto a quanto deve ancora accadere! Tradito da Giuda Iscariota (un suo discepolo), abbandonato dalla sua gente (che avrebbe dovuto sostenerlo), accusato dal sinedrio (collaborazionista con l'impero romano), per essere condannato alla lapidazione (e non innalzato). E quanto da fare per Pilato (proprio un gran da fare!), che va e che viene (gesto delicato da parte sua. O chissà che rabbia!) fra l'esterno dove stanno i giudei (e l'odio e la falsità e la corruzione), e l'interno dove sta Gesù, mite e umile di cuore. Ecco l'uomo! Ed è la pace. Facile uscire e convivere col mondo! E quanta fatica rientrare per ottenere quiete! Per quattro volte il governatore romano esce dalla stanza dove c'è Gesù. E per tre volte vi rientra, ed è la calma. Per tre volte Gesù parla di un suo regno (d'altro mondo!): il dono di sé! E per tre volte, Pilato lo proclamerà innocente. Gesù non è pericoloso, non è re politico. È Re perché serve. Nulla da temere, dunque! Dev'essere innalzato e non lapidato! Ma Pilato ha ugualmente timore, e la sua paura crescerà sempre più. E Gesù non farà nulla per evitare a Pilato la conclusione delle sue contraddizioni. Fuori è violenza, è odio! Il rifiuto del mondo si scaglia forsennato. Conniventi con la menzogna, ci si ricatta per non perdere. Rivalità! Chi la vincerà?! I giudei non riconosceranno Gesù. Inutili gli espedienti di Pilato (l'indulto e la flagellazione). Ed i soldati romani, dopo averlo ridicolizzato, creeranno le condizioni per riconoscerne la regalità. Mettendo insieme per burla le insegne, che invece si riveleranno vere! C'è chi sparge sangue altrui per mantenere il proprio dominio! E c'è chi versa il proprio sangue per costruire un regno senza presunzione! PREGHIERA Pietà Gesù Messia e Maestro, per tutte le volte che con il mio silenzio ho avallato la bugia e l'ingiustizia. Pietà Gesù Signore e Re, per tutte le volte che ti ho consegnato all'empietà non custodendo il povero e l'indifeso. Pietà per tutte le volte che ho inteso difenderti, da suddito zelante, con la violenza delle armi, stravagante e battagliero. E poi difendere chi? Chi s'è consegnato alla morte? Tutelare me stesso sì! Preservando dall'oblio la mia sorte! |