Omelia (22-11-2009) |
don Roberto Seregni |
Regalità d'amore La luce fresca del mattino entra di traverso nella stanza dove mi ritiro per la preghiera e la meditazione. Il Crocifisso di legno, che mi accompagna dal giorno dell'ordinazione, è immerso dal sole. Mi fermo. Freno il fiume di pensieri di una mattina piena di impegni. Mi siedo. Ecco il nostro re. Ecco il suo trono. Facciamo fatica ad essere discepoli di un così, di un Dio che rivela la sua regalità dal trono della Croce. Facciamo fatica perché vorremmo circondarci di vittorie, piccole o grandi che siano; perché sogniamo una visibilità appagante; perché - anche se non ce lo diciamo - desideriamo consenso e unanimità. Invece, il nostro re e il suo regno, si nutrono di un'altra logica. "Il mio regno non di questo mondo", dice Gesù. Facciamo fatica ad essere discepoli di un Dio che rivela la sua regalità nell'amore e non nella prevaricazione, nel dono della vita e non nella conquista, nel servire e non nella pretesa d'essere servito. Facciamo fatica perché questa novità scardina le nostre gerarchie di potere. Guardo il mio Crocifisso. Ripenso a quante confessioni ha ascoltato, quanti silenzi ha riempito con la sua presenza. E' vero, facciamo fatica, non possiamo nasconderci. Ma che meraviglia scoprire in quelle braccia spalancate l'annuncio di una regalità nuova sulla nostra vita! Non è con la misura del successo che mi devo confrontare, ma con quella dell'amore. Non è con il calcolo del tornaconto che devo impostare le mie relazioni, ma su quello della gratuità. Non è con il peso del potere che mi devo misurare, ma con quello del dono. C'è una novità imbarattabile nella regalità d'amore di Cristo. E' un re che al posto del mantello, sceglie di rivestirsi di un asciugatoio e al posto di inchini e riverenze, si inginocchia davanti ai piedi dei discepoli e non si rialza finché tutti sono passati dalle sue mani. E' un re che non si impone e non condanna. Nessuno è obbligato a seguirlo, ma a tutti è proposta la via: "Seguimi". E tu? Hai già scelto il tuo re da seguire? don Roberto robertoseregni@libero.it |