Omelia (29-11-2009)
padre Mimmo Castiglione
In sala d’attesa si valuta il tempo!

Cuore agitato, irrequieto, appesantito
dagli sciupii del tempo non vissuto
e dagli sprechi d'affetto disprezzato.
Stordito dalle illusioni di successi vani.
Affaticato dal confronto con la realtà.
Ansioso per le preoccupazioni che non danno tregua.
Ed intanto aumentano i bisogni. Non ci si ferma mai.
Pare non ci sia mai tempo per sostare e riflettere,
per riposarsi un po' gustando sollievo.
Cuore perduto che stenti a ritrovarti,
che vaghi smarrito tra le tue rovine e le memorie,
che ad ogni movimento destano stupore
in chi s'aspetta prima o poi ricostruzione.


Alla fine del suo ministero pubblico, prima del suo arresto,
a Gerusalemme, nel tempio, Gesù insegna,
e parla della venuta del figlio dell'uomo
in un modo per noi strano, ma ben conosciuto dai suoi connazionali.

I Maestro riferendosi alle cose ultime, agli ultimi tempi,
si esprime con un linguaggio particolare, quello apocalittico.

Il Figlio amatissimo parla del suo ritorno glorioso,
dopo che avrà glorificato il Padre con il dono di sé,
con la sua morte e risurrezione.

Solo chi sarà in grado di alzare la testa,
lo vedrà arrivare come Giudice misericordioso,
il Benevolo, il Veniente/i>
nella Nube: segno della Presenza
e della Gloria: lo Spirito Santo!

I resi giusti da Dio leveranno finalmente il capo:
quanti lo hanno servito nei bisognosi e nei sofferenti,
quanti si son fidati del Padre, semplici e trasparenti,
i suoi poveri, abbandonati alla Provvidenza!

Le parole del Maestro sono come un addio ufficiale alla sua gente.
Passaggio di Dio nel Figlio perseverante e tenace, coraggioso e audace.
Poi il tempo della Chiesa ed il compimento.

Siamo esortati oggi a riflettere non solo sulla fine del mondo,
ma anche sul fine dell'esistenza umana e sul valore del tempo.
Destarsi dalla notte dal torpore, e levare il volto all'alba al sole!
Attendere vigilando ma senza timore.
Pensare ed agire retto ma non per paura.
Discernere e fare bene, ma solo per amore.

Gesù è già venuto e ritornerà alla fine della nostra vita,
per strapparci dal potere della morte e portarci con lui in paradiso.
Intanto è con noi oggi e per sempre, basta saperlo attendere
e poterlo così vedere ogni qualvolta arriva.

L'invito dunque è quello d'alzarsi, risorgere,
levare il capo tra le oppressioni del mondo e le paure.
Riflettere, discernere, e stare accorti.
Attenti al Suo cammino! Ed ai germogli.
Che annunciano l'irruzione, il movimento, il fluire,
il convergere della storia in Lui che è fuori dallo spazio e dal tempo.

E pieni di fiducia e speranzosi entrare nell'ottavo giorno!
Sostenuti dalla testimonianza dei martiri.
Di quanti, testimoni, hanno sostenuto lotte e persecuzioni.
Dei primi tribolati a causa dell'amore:
il Battista, Stefano e Andrea, Pietro e Paolo.

Quanti invece saranno distratti, e non s'accorgeranno,
appesantiti da quanto sembra promettere futuro ed illude,
senza garanzie, vivendo vegetali e sregolati,
gravato il cuore: intelligenza, sentimento e volontà,
si troveranno impreparati all'incontro, come gli uccelli,
che all'improvviso accalappiati
dal laccio del cacciatore intrappolati.

Bisogna allora pregare, ogn'ora, sobri e svegli! Per esser lieti d'incrociarLo.
Prima in questo mondo. Poi al di là del cielo, per sempre.

Chiamati dunque ad essere liberi.
Anche quando tutto quanto accade intorno sembra rivelarci il contrario.
Liberi tra gli sconvolgimenti della natura.
Liberi dall'ansia della vita e dalla paura della morte.

PREGHIERA

Come vederti Gesù?
Dove scorgerti?
Quando ed in che modo?

Aiutami Maestro a stare attento,
a vegliare per accorgermi quando passi,
a non improvvisare la fiducia,
a non addormentarmi per fuggire la fatica,
ad essere operoso nell'attesa.

Signore Gesù, Suscita nel mio cuore il desiderio di pregarti,
perché mai si spenga la speranza,
e per ricevere forza e non soccombere,
per sottrarmi alla paura del giudizio,
ed essere in pace.