Omelia (02-12-2009)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Sl 23,5

Dalla Parola del giorno
"Davanti a me tu prepari una mensa."

Come vivere questa Parola?
Questo versetto del salmo collega le due letture odierne, costruendo intorno ad esse una cornice di serena e pacata gioia. Al centro una mensa imbandita e servita dal Re-Pastore. Banchetto nuziale a cui sono invitati tutti i popoli, anche quelli che ancora vagano fuori dell'ovile.
Intorno, i pascoli ubertosi, ma anche le valli oscure che si aprono dinanzi ai passi del pellegrino che avanza nella storia puntando verso il monte santo di Dio. Non quindi la descrizione poetica di un futuro a cui si approderà al termine dell'esistenza, ma la situazione esistenziale dell'uomo di ogni tempo. Una possibilità offerta a ogni uomo.
La strada è aperta dal Pastore che precede e che con il suo "vincastro" rassicura e orienta i passi talvolta incerti di chi lo segue: con lui, in nessun cuore può prendere domicilio la paura, anche nelle ore tenebrose delle inevitabili notti e dei deserti. Quotidianamente si può sperimentare che Egli ha compassione del popolo che lo segue o vaga senza meta nel deserto, affamato e assetato della sua Parola di vita, della sua presenza, magari inconsapevolmente.
E come un giorno agli apostoli, oggi si rivolge a me, a te, perché ci prendiamo cura di esso, perché spezziamo quel pane che solo può saziare e che ci è dato per essere moltiplicato nella condivisione fraterna. Allora, anche i lontani, saranno raggiunti dal profumo dell'unguento con cui Egli stesso, nello Spirito Santo, va consacrando la nostra esistenza colmandola di grazia e di gioia.

Nel mio rientro al cuore, sosterò a considerare le ‘mensé che egli quotidianamente imbandisce per me: mensa del pane materiale, mensa dell'istruzione, mensa della Parola, mensa Eucaristica... No, non sono cosa ovvia: sono dono del suo amore preveniente e provvidente.

Signore, tu sei il mio Pastore, non manco di nulla. Anche nelle valli oscure della prova il tuo amore mi accompagna e sostiene. Con te nel mio cuore fiorisce felicità e grazia.

La voce di un dottore della Chiesa
A voi, usciti dal bagno dalle sacre sorgenti, è stato dato il crisma, simbolo e pegno dell'unzione di cui fu unto Cristo. Questa unzione è lo Spirito Santo, di cui il beato Isaia, parlando a nome del Signore nella profezia che lo riguarda, disse: Lo Spirito del Signore è su di me e perciò mi ha unto: mi ha mandato ad annunciare la buona novella ai poveri (Is 61,1).
Cirillo di Gerusalemme