Omelia (29-11-2009)
don Giovanni Berti
Stare attenti... per non andare a sbattere!

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Vi è mai capitato che, mentre camminavate per strada intenti a leggere e a rispondere ad un messaggio sul cellulare, vi siete così distratti da andare a sbattere contro qualcosa o qualcuno?
A me si. Non mi è capitato tante volte, ma mi son bastate un paio di brutte figure (e leggeri bernoccoli) da insegnarmi la lezione: quando si cammina per strada è meglio stare attenti a quello che abbiamo di fronte e non "perdersi" in letture di giornali o messaggini.
Questo può sembrare un discorso molto ridicolo dopo aver letto le parole "apocalittiche" del Vangelo di questa prima domenica di Avvento. Ma credo che sia importante partire da una situazione così banale come quella di uno scontro passeggiando per strada per arrivare a capire come sia vero che se non stiamo attenti a quello che ci succede attorno, se non ci lasciamo appesantire da tristezze e chiusure, rischiamo che la vita ci venga incontro e noi non ce ne accorgiamo e la viviamo male.
Gesù ai suoi discepoli fa un invito solenne: "...risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina". E poi continua: "State bene attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano...".
Quello che ci fa piegare in basso il capo e ci isola da quello che ci sta attorno, non è tanto un messaggino del telefonino, ma molto spesso è proprio la pesantezza del cuore e la tristezza che ci prende di fronte ai problemi della vita. Ci sono situazioni che ci portano alla chiusura, non solo verso Dio, ma anche verso il prossimo. Possono essere improvvisi problemi di salute, momenti di solitudine e abbandono da parte di persone che avevamo vicino, problemi di lavoro od economici... Ognuno di noi ha avuto, o forse sta avendo anche adesso, momenti nei quali è difficile vedere attorno qualcosa di positivo. Esteriormente la vita sembra la stessa e gli altri non si accorgono di quello che stiamo passando, ma dentro si scatena l'apocalisse simile a quella profetizzata da Gesù ("...sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra...") e allora il nostro capo si abbassa e il cuore si appesantisce.
Gesù avverte i suoi che se si perdono nelle pesantezze della vita e non sollevano l'attenzione spirituale, rischiano davvero di esser travolti e di non cogliere che dentro tutto quel che accade di negativo si nasconde la presenza positiva di Dio.

L'Avvento è dunque un buon periodo per noi. E' una scuola per imparare l'atteggiamento spirituale dell'attenzione. "State attenti..." ci dice Gesù. Non ha il tono della minaccia, ha il tono del consiglio amico di chi ci vuole bene, di chi ci vuole non chiusi e depressi nei nostri problemi.
Gesù ci dice di stare attenti di non perdere le occasioni che magari improvvisamente si mettono sulla nostra strada per dirci che la vita è più bella di quello che pensiamo, che siamo amati di più di quello che ci sembra di sperimentare.
Stare attenti e pregare, questo è quello che ci viene chiesto, perché il nostro cammino di cristiani (che va oltre questo Avvento in preparazione al Natale) sia segnato da una gioia profonda e da una pace interiore che sono contagiose. Nella preghiera impariamo a sollevare il capo dalle mille preoccupazioni che ci ingabbiamo e ci chiudono, e guardiamo oltre il nostro orizzonte, verso quello di Dio. In questo modo tutto quello che abbiamo davanti ci appare più chiaro e non rischiamo di andare a sbattere...


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