Omelia (08-12-2009) |
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COMMENTO ALLE LETTURE a cura di Gigi Avanti Quante volte nella vita cerchiamo rassicurazione, conforto, aiuto in quei frangenti che sembrano toglierci la terra sotto i piedi. Quante volte non sappiamo più dove sbattere la testa per trovare il capo della matassa ingarbugliata degli eventi. A maggior ragione quando quegli eventi ci sono capitati addosso senza nostro volere e quei problemi non ce li siamo andati a cercare. Cerchiamo soluzioni a problemi non creati da noi, cerchiamo spiegazioni che ci possono recare sollievo e, non di rado, non trovandole, cadiamo nello sconforto prendendocela con il "destino". Ci succede, così facendo, di trascinarci per lungo tempo nella vita oscillando tra disperazione e rabbia, tra recriminazione e malinconia... senza magari mai provare a pensare che la soluzione a portata di anima c'è e consiste proprio, paradossalmente, nel rifiutare di voler "capire" tuffandoci mente e cuore nello spazio infinito del mistero. "L'ultimo passo della ragione è quello di ammettere che vi sono cose che la superano" è stato scritto da qualcuno. Tuffarsi nello spazio del mistero convinti che Dio non crea problemi, ma regala doni e consapevoli del fatto che una realtà diventa problema quando non la si accetta come tale o come dono... Il brano del vangelo di Luca, conosciutissimo e commentatissimo, parla da solo e di colpo ci colloca a quel livello spirituale dove sembrano del tutto fuori luogo tentativi di aggiustamenti e di razionalizzazioni di carattere psicologico... quando si è alle prese con un problema. Maria non cerca "spiegazioni" razionali dall'arcangelo Gabriele che gli riferisce la proposta dell'Altissimo, ma chiede semplicemente "rassicurazione" al turbamento intimo della sua anima. E la risposta di Gabriele a questa sua richiesta è di quelle che lasciano senza fiato: "Nulla è impossibile davanti a Dio". Questa espressione, in grado di far scolorire le nostre sterili espressioni di rassicurazione e di conforto quando siamo alle prese con persone da rassicurare... "non si preoccupi, non è niente, tutto si risolve"..., questa espressione, presa da sola potrebbe dare l'idea di un Onnipotente dispotico che ha già deciso tutto sulla testa della vergine Maria... E invece no, perché andando avanti nella lettura del brano si scopre un Dio che sta tra le quinte, un Dio discreto e delicatissimo in silenziosa attesa della risposta della vergine. un Dio sul quale smetterla di pensare con i nostri pensieri, perché "Dio delude sempre chi se lo immagina a modo suo" è stato scritto. O, meglio ancora, un Dio da ammirare nel silenzio dell'anima in modo "da pensare a Dio senza l'aiuto dei pensieri" come diceva santa Teresa d'Avila. Che è quello che ha fatto la vergine dando quella risposta, anche questa da lasciare senza fiato, dalla quale è scaturita la possibilità di salvezza per tutta l'umanità: "Ecco l'ancella del Signore, avvenga di me secondo la tua parola". Certo, la "sviolinata", si fa per dire, dell'arcangelo fatta a Maria nel presentare la proposta dell'Altissimo di accettare di passare da "ragazza-vergine" a "ragazza-madre" (e mi si perdoni l'espressione) può aver indotto tale risposta, ma come è salutare pensare che tutto sia stato previsto per il nostro bene eterno! Allora si comprende un'altra verità, se si collegano tra loro le due espressioni, quella dell'arcangelo "nulla è impossibile davanti a Dio" e quella della Vergine "ecco l'ancella del Signore, avvenga di me secondo la tua parola" e cioè che Dio non ama fare le cose da solo, pur potendole fare, ma, come vuole l'umile amore che caratterizza ogni suo atto, cerca collaborazione, coinvolgimento, adesione, partecipazione per la realizzazione di quel che ha in mente di fare. E non potrebbe bastare meditare su questa sua determinazione e delicatezza d'amore nel volerci coinvolgere nella realizzazione del suo piano di salvezza a dare quiete all'animo inquieto e problematico dell'uomo d'oggi sempre così lacerato dai problemi "esistenziali"? Non potrebbe bastare, per uscire dal groviglio dei problemi, ricordare che effettivamente "siamo nella mani di Dio" e affidarsi totalmente a Lui. Non potrebbe bastare ricordarsi quotidianamente questa espressione curiosamente paradossale: "Dio esiste... rilàssati... non sei tu!"? |