Omelia (01-10-2000) |
mons. Antonio Riboldi |
Contro gli scandali, lo scandalo della croce Dicevamo alcune domeniche fa', parlando del cuore dell'uomo, sede delle scelte da compiere e luogo sacro delle responsabilità, che chi sa educare il cuore di un bambino, di un uomo in genere, compie la più grande opera di carità davanti agli occhi di Dio e degli uomini. Ognuno di noi venendo alla vita è come il bambino di cui ci parla il Vangelo di Marco: un piccolo essere fragile, povero, inesperto, esposto alla tempesta dello scandalo che abbatte in lui a volte precocemente ogni desiderio di "grandi prospettive" come sono nel Vangelo, così come è aperto al bene che lentamente può fare crescere in lui e rassodare le grandi virtù che sono l'abito di santità con cui Dio adorna i suoi figli. "E preso un bambino, Gesù lo mise in mezzo e abbracciandolo disse loro: "Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me: chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato"". Possiamo facilmente immaginare la scena meravigliosa di Gesù che tiene stretto tra le sue braccia il bambino fortunato: è come avesse voluto tenere tra le braccia la debolezza di tutti che chiede solo protezione nella difficoltà della crescita. La realtà è che tutti, senza distinzione, conviviamo con questo mondo che non ha alcun pudore nello sfasciare ciò che è veramente bello agli occhi di Dio – perché frutto dell'opera delle Sue mani per imporre le mostruosità del vizio, dell'egoismo, che sono veramente l'immagine del dominio. Dio solo sa con quanti sacrifici si edifica un cuore buono secondo il cuore di Cristo. Se poi ci si mette di mezzo il cattivo esempio, lo scandalo, l'impresa può diventare quasi disperata. Sono tanti gli scandali in ogni manifestazione della vita quotidiana che non fanno quasi più impressione. Si leggono statistiche che parlano di decine di migliaia di fanciulli avviati alla prostituzione, usati nella pornografia per divertire gli adulti: e non se ne parla con l'orrore dello scandalo di vite violentate, ma di brutalità di commercio "che tira". Si elencano ricchezze da capogiro e non si ha preoccupazione per la giustizia che vede alcuni sempre più ricchi a danno di molti altri sempre più poveri, ma lo si percepisce come esempio di crescita economica. Una volta almeno lo scandalo conservava l'orrore dello scandalo: oggi lo scandalo rischia di passare come segno di liberazione dalla virtù. Eppure lo scandalo rimane sempre come un trauma nell'anima di chi lo riceve: un trauma che a volte incide talmente nel profondo del cuore da dare un corso diverso e sbagliato ad una intera esistenza: come un attentato all'anima. Chiunque di noi abbia conservato un retto giudizio della vita, sa che è più sopportabile, meno dannoso un incidente che in qualche modo mutila il nostro corpo, di uno scandalo che intacca l'integrità della nostra anima. Ecco perché Gesù oggi ha quelle parole durissime che dovrebbero fare riflettere tanti, ma tanti che forse non si danno neppure più rimorso di condurre una vita scandalosa. "Chi scandalizza uno di questi piccoli, grida Gesù, è meglio per lui che si metta una macina girata da asino al collo e venga gettato in mare". Una frase tremenda se centellinata parola per parola nel suo contenuto. E continua: "Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile..." (Mc 9, 37-42). San Giacomo, quasi come un'eco, ha toni durissimi verso la ricchezza, facendo risentire il grido dei profeti che denunciano l'ingiustizia e l'inumanità dei ricchi. La Bibbia ha sempre visto l'accumulare dei beni come un fatto di corruzione che nasce da qualche ingiustizia; e sente istintivamente come la ricchezza faccia nascere un tipo di uomo il cui sentimento sulla propria condizione umana viene falsato perdendo di vista ogni vera relazione di fraternità e di giustizia. "Ora a voi, ricchi - dice san Giacomo l'apostolo – piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano! Le vostre ricchezze sono imputridite, le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverà a testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco". Come affrontare gli scandali del mondo o meglio il mondo divenuto scandalo continuato, direi programmato? In modo semplice: vivendo con chiarezza, con coraggio lo "scandalo della croce". E' il benefico scandalo delle beatitudini: il modo divino di interpretare questa nostra vita cristiana quotidiana. Nella mentalità comune oggi infatti non fa più meraviglia chi offre scandalo, bensì chi diventa "scandalo" (inteso come diversità di vita) vivendo con coerenza la propria vocazione alla santità. Fa alle volte tanto scandalo la ragazza onesta, l'imprenditore onesto e rispettoso dell'uomo che lavora, il giovane che non ci sta ai compromessi con il vizio che sono la mentalità del mondo. Ma nel profondo del cuore, quando l'uomo cerca il respiro dell'anima, non volge lo sguardo al mondo, ma proprio a questi che ha emarginato, perché si accorge che sono la sola luce possibile, il solo gusto della vita. Beati voi! |