Omelia (08-12-2009)
don Daniele Muraro
Aspetti sociali del dogma

In una fredda mattina del gennaio del 1849 papa Mastai Ferretti si affaccia dal balcone del palazzo che lo ospita e vede il mare in tempesta. È preoccupato. Gli è accanto il cardinal Lambruschini suo compagno di esilio nella fortezza di Gaeta. Insieme erano dovuti fuggire da Roma in seguito alla rivolta che già aveva fatto delle vittime.
Il cardinale dice al Papa: "Vostra Santità non guarirà il mondo dai mali che l'opprimono... se non proclamando articolo di fede l'Immacolata Concezione della Madonna. Solo questa definizione potrà ristabilire nelle coscienze il senso delle verità cristiane".
Pochi giorni dopo Pio IX diffonde un lettera in cui chiede a tutti i vescovi del mondo di prendere posizione sul dogma dell'Immacolata. L'esito è quasi plebiscitario e l'8 dicembre del 1854 il Papa può dichiarare il solenne pronunciamento secondo cui "la beatissima Vergine Maria sin dal primo istante del concepimento, per singolare grazia e privilegio di Dio e in vista dei meriti di Gesù Cristo, fu preservata immune da ogni macchia di peccato originale".
La mattina di quell'8 dicembre, nella Basilica di san Pietro, al momento della lettura del testo ufficiale, Pio IX è investito da un fascio di luce proveniente dall'alto, fenomeno sorprendente, perché in nessun periodo dell'anno, e tanto meno alla vigilia della stagione invernale, da nessuna finestra un raggio di luce poteva raggiungere l'abside dove si trovava il Papa. È una sorta di "approvazione celeste", l'auspicio di un più lieto avvenire nell'allora tormentata vita della Chiesa.
La massoneria italiana imbeccata da quella inglese voleva la fine del potere temporale e il sovvertimento dei valori religiosi tradizionali.
Giuseppe Mazzini uno degli ispiratori della Repubblica Romana, per lungo tempo esule a Londra, andava sostenendo: "Una nuova epoca sorge, la quale non ammette il cristianesimo".
A questa Chiesa messa alle corde dalla modernità incipiente la proclamazione dell'Immacolata Concezione ridà nuove risorse spirituali ricordando al mondo l'esistenza del peccato originale e la Redenzione portata da Cristo.
Due secoli prima in Messico, apparendo a Guadalupe Maria santissima aveva messo il suo sigillo all'opera di evangelizzazione dell'America Latina. Ed in maniera emozionante tre anni e pochi mesi dopo quell'8 dicembre, precisamente l'11 febbraio del 1858, la Madonna apparendo a Lourdes si definisce come l'Immacolata Concezione, a conferma del pronunciamento papale.
Maria poteva rivelare anche prima questa verità sulla sua persona, in una delle decine se non centinaia di apparizioni già avvenute, ma la Vergine agendo così si mostrò rispettosa del percorso umano-terreno della Chiesa.
Guadalupe e Lourdes sono entrambi eventi provvidenziali, secondo un misterioso disegno divino. Cinquant'anni dopo, nel 1904 a enumerare i benéfici influssi del dogma dell'Immacolata sarà un altro Papa, san Pio X,.
Oltre a "i doni segreti di grazie" elargiti da Dio per l'intercessione di Maria, Papa Sarto enumera, insieme con le "apparizioni dell'Immacolata a Lourdes e la fioritura di miracoli e di pietà", la convocazione del Concilio Vaticano I, il "nuovo e non mai più veduto fervore di pietà con cui i fedeli di ogni genere e di ogni nazione affluiscono, già da tempo, a venerare il Vicario di Cristo".
Si erano rinvigorite le missioni, la carità, la cultura, i cattolici erano tornati presenti nella vita sociale. Impressionante fu ad esempio il riprendere in tutta la Francia delle processioni eucaristiche proibite dal tempo della Rivoluzione. Dopo il coraggioso esempio dei cattolici di Roubaix del giugno precedente, nel giorno dell'Assunzione del 1895 in centinaia di città e villaggi i cattolici uscirono di chiesa ordinatamente in corteo pregando e cantando.
Cinque anni fa, era il 2004, proprio nel giorno dell'Assunta il papa Giovanni Paolo II visitò Lourdes. Rispondendo ai giornalisti il suo portavoce spiegava: "Il Papa (già molto malato) è venuto per chiedere una guarigione, ma non solo da una malattia fisica, bensì dalla malattia più grave che attanaglia il mondo moderno: la dimenticanza del peccato originale".
Una distrazione lontana nel tempo se già a metà Ottocento, Baudelaire, non certo un bigotto (infatti viene classificato sotto la categoria dei poeti maledetti) denunciava: "La più grande eresia del nostro tempo è la negazione del peccato originale!"
Si voleva e ancora oggi si vuole affermare un'idea di uomo totalmente affrancato dalla dipendenza soprannaturale al suo Creatore, un uomo cioè che non riconosce i suoi limiti e si sostituisce a Dio.
Ma senza certezze religiose né limiti morali per la società in maniera evidente e in maniera più nascosta nelle coscienze individuali gravi sono i danni di cui dobbiamo tristemente prendere atto.
A mano a mano che la società si distacca da Dio e dalle sue parole le paure invece che diminuire aumentano. Si ha paura di tutto, dell'inquinamento, della guerra, della malattia, di tutto fuorché del peccato. Maria Immacolata ricorda all'umanità che anche l'anima può essere inquinata ed ha bisogno di godere salute e pace.
Nei quadri dei grandi pittori che hanno voluto ritrarla nel mistero della sua Immacolata Concezione mentre schiaccia la testa al serpente maligno, Maria santissima appare sempre raffigurata con lo sguardo rivolto in alto e abbellita di un sorriso dolce e benevolo. Verso quella condizione di felicità che è privilegio suo ma è promessa anche tutti i fedeli ci attiri lei con lo splendore della sua persona e il richiamo del suo esempio.