Omelia (20-12-2009)
don Roberto Seregni
"A" come Accoglienza

In questi giorni la temperatura non è mai salita sopra i - 4.
Nei fine settimana un fiume di turisti risale la nostra valle verso le piste da sci. Cercano lo svago, il divertimento e la natura. E io spero, in questa bellezza, (ri)trovino il gusto di Dio.
Esco di casa per incontrare degli ammalati, pagare le bollette e fare un po' di spesa. Ho lasciato la Bibbia aperta sulla scrivania.
"Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore".
Ripeto mille volte questo versetto. La beatitudine che l'anziana Elisabetta ha regalato alla cugina Maria, ritma il mio cammino. Penso a cosa scriverò ritornato a casa...
Faccio visita ad una anziana signora. Mi commuove la sua saggezza, le parole misurate con cui racconta la vita passata tra le montagne a lavorare, il marito lontano, la casa bruciata durate la guerra, quattro figli da allevare e una fede solida nutrita dalla preghiera, ritmata dal Rosario consumato.
Mentre racconta le mani proseguono il lavoro.
Una sciarpa, o forse uno scialle.
Gli aghi viaggiano veloci. Le dita ossute danzano e danno forma ai fili che si intrecciano. Due gomitoli sulle ginocchia. Due colori diversi. Due pesi e consistenze. Mi perdo nei miei pensieri... Poi un caffè veloce e si riparte...
"Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore". Ripenso a quell'intreccio, a quella danza di dita e aghi. Ecco la beatitudine di Maria: un intreccio. Due fili: la Parola e la vita. La fede e la quotidianità. La beatitudine di Maria è questo mistero di accoglienza della Parola, di intreccio, di unificazione.
Ne discutevo anche l'altra sera con una coppia di giovani sposi. Quanta fatica facciamo a riconoscere i passaggi di Dio nella nostra storia, a sentirci abitati dalla Sua presenza. Come se ci fosse un muro: da una parte la vita quotidiana, fatta di complessità, di gioie, di fatiche, di famiglia, di lavoro, di amici; e dall'altra la fede con i suoi ritmi e i suoi tempi. Una di qua e una di là. Incomunicabili. Slegate. Che fatica...
La beatitudine di Maria è l'abbattimento di questa divisione. L'incontro con Dio deve cambiare la mia quotidianità, il mio sguardo sulle persone, sulla storia e sulla mia vita. C'è un legame da annodare, c'è un'accoglienza profetica della Parola da mettere in atto. L'esperienza di Dio non è un mondo a parte, una parentesi della Domenica in Chiesa. Lui è nel tuo salotto come in una cappellina domestica, nel tuo ufficio come una sorgente, nel corridoio dell'ospedale come un faro che brilla.
No, non te lo devi conquistare.
Lui è lì, per te.
E' un dono da accogliere.
Cercalo nella tua quotidianità e scoprirai che Lui ti ha già trovato.

Buona settimana
don Roberto
robertoseregni@libero.it

N.B. Tra i "Ritagli dello Spirito" (www.oratoriotirano.wordpress.com) puoi trovare nuovi testi e preghiere per questi ultimi giorni di attesa del Signore. Buona lettura e buona preghiera!
Se non l'avete ancora visto, date un occhiata al video di Natale che abbiamo fatto lo scorso anno con i giovani del mio oratorio (http://www.youtube.com/watch?v=NYgc0bImxL0)