Omelia (23-12-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Luca 1,57-58 Dalla Parola del giorno "Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei". Come vivere questa Parola? Nasce un bambino dalla vecchia Elisabetta e ‘nasce' la novità del vangelo, perché questo bambino sarà il precursore, preparerà la strada, nei cuori della gente, a Gesù. Ciò che è nuovo segna una rottura rispetto a ciò che è vecchio: in questo caso l'usanza di dare al figlio lo stesso nome del padre. Elisabetta e Zaccaria, ispirati dall'Alto, dicono che il bambino si chiamerà Giovanni che significa ‘Dio fa grazia'. Con questo nome si compie la profezia di Malachia che, a distanza di secoli, aveva previsto la venuta di colui che, dopo aver dimorato nel deserto, avrebbe preparato e annunciato la strada al Messia promesso. Tutta la pagina del vangelo odierno è pervasa dal mistero di questa novità che è già gioia di vangelo, di lieto annuncio. La modalità con cui tutto questo avviene è quella di un Dio che esalta la sua misericordia mettendo fine alla sterilità di Elisabetta. Attenzione! C'è un rallegrarsi da parte dei vicini e dei parenti. Ed è proprio questa gioia che parla a noi oggi. Nella pausa contemplativa sosto a riflettere sul fatto che là dove succedono eventi di vangelo (atti di bontà, di perdono, di coinvolgimento nell'aiutare chi è nel bisogno) non può mancare la gioia. Ed essa rivela la sua autenticità proprio perché è condivisa. Dammi, Signore, di attendere il tuo Natale con la gioia di chi sa scorgere il bene nel quotidiano e sa compierlo con letizia da effondere e condividere intorno a me. Le parole del Concilio Vaticano II Il vertice insuperabile della prospettiva indicata è la vita di Gesù di Nazaret, l'Uomo nuovo, solidale con l'umanità fino alla "morte di croce" (Fil 2,8): in Lui è sempre possibile riconoscere il Segno vivente di quell'amore incommensurabile e trascendente del Dio-con-noi, che si fa carico delle infermità del Suo popolo, cammina con esso, lo salva e lo costituisce in unità. dalla Gaudium et spes |