Omelia (27-12-2009)
don Roberto Rossi
La volontà del Padre

È strano, ma parlando oggi della santa famiglia di Nazaret, ci troviamo di fronte ad un conflitto, un conflitto nel cuore della santa famiglia. Sapete quello che capitò. Gesù aveva allora dodici anni, non era ancora un uomo, ma neppure un bambino. Era in quel l'età che è critica sia per la persona in questione sia per i suoi genitori. Partendo da Gerusalemme per ritornare a casa, Maria si accorse che Gesù non camminava con lei. E pensò: «Ha 12 anni. Si considera un uomo, cammina insieme con Giuseppe». Anche Giuseppe si accorse che Gesù non camminava con lui e pensò: «12 anni. È ancora un bambino. Sta camminando con sua madre». Fu solo alla sera di quel primo giorno di cammino verso casa che scoprirono che Gesù non era insieme con loro. Si spaventarono e dissero: «Come è possibile questo?». La mattina dopo, corsero di nuovo a Gerusalemme e fu solo al termine del terzo giorno che lo ritrovarono nel tempio. Il testo dice che rimasero «stupiti», quando lo videro. Non so che cosa significhi esattamente questa parola. Piansero, fecero salti di gioia, erano arrabbiati? Maria lo rimproverò, così par di capire. Disse: «Come hai potuto farci una cosa simile? Non sapevi che tuo padre ed io eravamo angosciati da morire? Non hai pensato a noi?». Gesù la guardò con i suoi occhi limpidi e rispose: «Ma non sapevate che dovevo compiere la volontà del Padre mio? Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?». E disse a Maria: «Sono ben disposto ad ascoltarti, a pensare a te. Ti voglio bene, ma per prima cosa è lui, mio Padre, che devo ascoltare, è a lui che penso, è lui che amo!». Maria non comprese di che cosa si trattava, e neppure Giuseppe. Maria conservò tutto questo nel suo cuore e più tardi comprese, quando stava sotto la croce. Nella vita del figlio suo c'era qualcosa che prevaleva sopra ogni legame terreno. Quando parliamo delle difficoltà che abbiamo nelle nostre famiglie, abbiamo molte cose da dire: bisticci, infedeltà, disobbedienze, mancanze di rispetto, cattivo uso del denaro e molte cose di questo genere. Ma nelle nostre famiglie incontriamo la difficoltà che essi ebbero quel giorno a Gerusalemme? Ci domandiamo mai se, come famiglia, siamo realisticamente e concretamente interessati alla volontà del Padre, alla venuta del regno di Dio sulla terra? C'è l'impressione che siamo troppo chiusi nei nostri problemi familiari. Non siamo aperti sufficientemente, come famiglia, ai grandi problemi del mondo, alle questioni di cui si occupa il Padre: pace, giustizia, unità e amore. Credo che un'apertura a questi problemi ci aiuterebbe meglio a superare i piccoli conflitti interni delle nostre famiglie. Gesù tornò a casa con loro. Dice il testo che era obbediente, che stava loro sottomesso. Eppure tutto era cambiato. Ora sapevano quale sarebbe stata la sua prima fedeltà. D'ora in poi egli compiva anzitutto l'opera del Padre, come avrebbe fatto per il resto della sua vita. Così fece Maria, così fece Giuseppe, anch' essi per tutto il resto della loro vita. In tal modo ci hanno insegnato che cosa vuol dire la «santità» in una famiglia, in una comunità.