Omelia (10-01-2010)
Monastero Janua Coeli
Tu sei l'amato

In te ho posto il mio compiacimento. Essere amato. Lasciarsi amare è quanto di più arduo l'uomo possa "fare". Siamo sempre tutti presi dal fare ... Se fai così, tutti sono contenti di te. Non fare così, se no poi Dio non è contento. Fare, fare, fare ... Gesù viene per dirti: Fa' come me. Impara a "stare". Come? In preghiera. Cioè: se tu arrivi a sentire Dio come tuo Padre, non ti porrai il problema di cosa fare o non fare. Vivrai la tua relazione di amore con Lui come la cosa più naturale che ci sia, e se sceglierai di vivere una cosa piuttosto che un'altra sarà perché la sentirai tua o perché penserai di non recare dispiacere alla Persona che ami, tuo Padre. Finché non entri in questa stanza profonda che è il segreto del tu per Tu con Dio nella trasparenza di ciò che sei non ti sentirai amato. Farai mille cose per dimostrare a te e agli altri, Dio compreso, che sei bravo, che fai le cose per bene, che cammini nella perfezione. Ma non ti servirà ad altro che a incatenare le tue possibilità di amare. Potrai amare solo quando avrai imparato a lasciarti amare. Sei figlio, Dio ti ama perché sei suo figlio, non perché fai o non fai delle cose. Quando l'amore traboccherà dal tuo cuore, verrà con sé che guarderai il mondo, le persone, la vita in tutt'altro modo. E ti sembrerà tutto così piccolo di fronte all'amore che Dio ha per te che non potrai fare a meno di narrare le meraviglie dell'incontro a chiunque troverai sul tuo cammino.

Tu sei l'amato

MEDITAZIONE
Domande
Gesù, ricevuto il battesimo. Gesù ha assunto la nostra carne di peccato, non la carne umana prima del peccato. Quanto amore! Non ha reputato una vergogna andare a farsi battezzare nel fiume insieme con pubblicani e prostitute, soldati e poveri di Israele. Ha fatto sua ogni nostra realtà, e questa nostra realtà lui ha fatto scendere nelle acque. E noi? Prendiamo su di noi la vita dell'altro oppure cerchiamo accuratamente di conservare solo la nostra?

Chiave di lettura
Il popolo era in attesa. Tutti si domandavano in cuor loro ... L'attesa crea sempre delle domande, apre lo spazio interiore a una comprensione più profonda. Per questo al Signore piace l'attesa. È il tempo in cui l'uomo si trasforma, si coinvolge, fa discernimento su ciò che veramente vale per lui ... L'attesa crea delle domande e dispone a ricevere risposte. Domande che restano in cuore, domande non formulate, domande che sono alle volte come tarli che scavano e aprono sentieri di nuovo sentire. E allora le risposte arrivano, al momento giusto qualcuno di dice la sua identità e ti indica le tracce di Dio. Giovanni battezza con acqua, Gesù battezzerà in Spirito Santo e fuoco. L'acqua lava, lo Spirito e il fuoco asciugano, traforano. L'acqua non fa male, porta via le brutture, il fuoco scotta, lascia il segno. Gesù è più forte di Giovanni. Eppure Gesù è lì, fra il popolo, e attende di ricevere il battesimo. Perché? Lui è sceso nelle acque del peccato per dirci che siamo preziosi per lui. Ha scelto di stare dove noi stiamo, non per restarvi, ma perché quel momento si apra a qualcosa di più. Ed è possibile proprio perché Lui è con noi. Infatti il cielo si apre e la vita di Dio si espande. Lo Spirito prende forma. È come una colomba. Vola. Va e torna a dire con il ramoscello di ulivo che l'inondazione del diluvio è cessata, inizia il tempo della rinascita. L'arca della nuova alleanza con l'uomo si è riaperta e la voce del Padre ne dà conferma. Tu sei il mio Figlio, l'amato. Essere figlio equivale a essere amato. Le acque si santificano per la presenza di Gesù, sono le acque non più del giudizio sulle responsabilità umane ma le acque dell'abbraccio originale della vita, le acque del grembo di Dio, le acque della vita. Lo stare in preghiera di Gesù è per noi immagine di quello che a noi è dato per aprire il cielo. Come Giovanni non siamo degni di toccare il laccio dei sandali di Cristo, ma come peccatori siamo degni di ricevere il sigillo del fuoco che ci plasma e ci rende figli amati. Quella voce non è per Gesù solo, perché Gesù sta lì con tutti gli altri. Quella voce è per chiunque si sente amato come figlio, per chiunque accoglie il battito d'ali dello Spirito nelle sue vicissitudini quotidiane. Quella spinta che ti porta a scendere accanto all'altro per accogliere insieme a lui la misericordia del Padre e non ti fa sentire da più rispetto a un altro, semplicemente "immenso", degno di essere amato in quanto generato dall'alto.

PREGHIERA
La voce del Signore è sopra le acque, tuona il Dio della gloria, il Signore sulle grandi acque. La voce del Signore è forza, la voce del Signore è potenza. La voce del Signore schianta i cedri, schianta il Signore i cedri del Libano. Il Signore è seduto sull'oceano del cielo (salmo 28).

CONTEMPLAZIONE

Signore, la tua voce sulle acque mi fa ricordare i primi versetti della Scrittura. Lo Spirito aleggiava sulle acque, dava loro movimento, era il simbolo della vita che ovunque si esprimeva ... La tua voce risuona in me ogni volta che le tue parole lasciano eco nella memoria e nel sentire, ogni volta che ho il coraggio di stare in silenzio davanti a te. Cosa non ho ricevuto da te? Piego le ginocchia al tuo passaggio, Gesù. Che io ti veda ... nelle acque del perdono ricevuto e donato, nelle lacrime del grazie che come incenso, salendo ogni giorno a te, risaneranno le mie piaghe.

Il Vangelo dei piccoli
Gesù va al fiume Giordano. Giovanni lo vede e parla di lui a quanti pensavano che lui era il Messia. Non si può prendere in giro le persone. Ognuno è chiamato a vivere il progetto che Dio ha su di lui. Giovanni è precursore di Gesù, cioè gli va avanti e prepara le strade nei cuori. Lui è la voce, Gesù è la parola. Lui battezza con l'acqua perché i cuori si preparino a riconoscere il Figlio di Dio che sarebbe venuto, Gesù battezzerà con il fuoco. Che paura! Quale fuoco? Il fuoco dell'amore che infiamma di vita tutto ciò che esiste. L'acqua del battesimo lava le colpe, le porta via. E Gesù anche va a togliere le colpe? No. Lui non ha colpe. In quel momento, mentre scende nel fiume Giordano, porta le colpe di tutti noi. Che peso! Non quelle di qualcuno, ma le colpe di tutti gli uomini di tutti i tempi, comprese le tue ... Gesù ci libera da ogni peso, a un patto però. Che noi prendiamo su di noi la sua croce. La sofferenza, vissuta nel suo amore, è una moneta preziosa. Immagina che tu vuoi liberare qualcuno che è stato sequestrato. Devi pagare un riscatto, tanti soldi. Con i soldi della sofferenza tu liberi chi è prigioniero del male, proprio come ha fatto e fa Gesù. Lui è venuto e ha detto: Ti voglio raccontare tutto il mio amore. E anche se tu mi metti sulla croce e mi fai soffrire, io continuo ad amarti. Tu quando guarderai la croce ti ricorderai di cosa significa amare fino alla fine, amare senza tirarsi indietro. Ogni sofferenza ha un grande valore, è come se un pezzetto di croce lo portassi anche tu con Gesù per aiutare qualcuno. Se vivi un momento di gioia, chissà ... forse c'è qualcuno che sta offrendo il suo dolore per te!